Ciao,
è un pò di tempo che volevo scrivere una newsletter, però poi ho sempre pensato: “ma davvero le persone hanno bisogno di un’altra email oltre alle centinaia che già ricevono? E magari, senza un tema preciso e con riflessioni che potrebbero benissimo interessare solo a me?”
Così ogni volta rimandavo questo momento.
Poi ultimamente, non so bene il perché, diverse persone mi hanno lasciato la loro email per ricevere la mia newsletter. Al che mi sono ritrovato davanti al dilemma che da secoli tormenta i migliori studiosi di filosofia morale: “È peggio sembrare scortesi o invadenti?”
Quindi eccoci qui, con la prima newsletter.
* Ai pionieri che stanno leggendo questa newsletter per email: “mi dispiace, mi avete scoperto, non esisteva nessuna newsletter. Però grazie al vostro gesto di fiducia mi avete convinto a crearla (almeno la prima). Grazie mille!”
Ho deciso di dividerla in tre sezione per ora. La prima con i libri che ho letto nell’ultimo periodo, la seconda con curiosità e vari spunti di riflessione (abbastanza casuali) e poi una fotografia per chiudere (anch’essa molto probabilmente senza pretese che abbia un nesso logico con il resto).
Insomma, almeno per ora, un chiaro esempio di strutturato disordine.
Se avete qualsiasi suggerimento o idea, fatemi sapere!
A presto!
Davide
Libri
Rischiare grosso di Nassim Nicholas Taleb
Ogni libro di Taleb è una piccola perla dal mio punto di vista. In questo ultimo libro ci si concentra sull’importanza di rischiare e mettersi in gioco nella vita. Inoltre, vengono evidenziate le situazioni paradossali della nostra società, in cui si permette a diverse persone di prosperare e prendere decisioni senza mai rischiare personalmente.Shape Up di Ryan Singer
Libro un pò tecnico sul mondo del “product management”, lo consigliato a chi si occupa di progettazione e sviluppo in ambito digitale. Molto interessante l’idea di creare dei piccoli team di lavoro autonomi che si concentrano su uno specifico obiettivo per almeno 6 settimane, dando spazio a creatività e auto-organizzazione.Chose yourself di James Altucher
Un pò biografia, un pò crescita personale e motivazione. L’autore è un imprenditore che ha fondato più di venti aziende, fallito e andato in bancarotta più volte e in qualche modo è sempre tornato alla ribalta. Direi un pò “superficiali” i temi trattati in generale, ma mi ha colpito particolarmente il concetto d’impegnarsi a trovare nuove idee tutti i giorni, un vero e proprio allenamento del “muscolo delle idee”.
Cose interessanti, riflessioni e domande
Una rischiosa dipendenza
in un capitolo del libro sopracitato, Taleb spiega che i dipendenti di azienda non sono così diversi dagli “schiavi” romani. Impostando la propria vita in funzione dello stipendio mensile, la perdita del lavoro diventa sempre di più un rischio considerevole per il dipendente. Questo porta l’azienda a poter chiedere di più in termini d’impegno e tempo. Inoltre, spesso il dipendente negli anni si specializza nel suo ruolo aziendale e nel caso di licenziamento trova difficoltà a passare a un lavoro indipendente, dove far valore le proprie capacità ed essere pagato per l’effettivo lavoro svolto dai sui clienti.
Considerando che le aziende hanno un ciclo di vita sempre più breve, è ancora così conveniente pensare fare il dipendente a vita?“Scusami, con i nomi faccio sempre casino”
Su Netflix, ho visto un documentario chiamato “Memory Games“ che racconta la vita dei migliori al mondo nelle sfide di memoria. Ricordare una fila 2000 numeri, l’ordine di 40 mazzi di carte, l’indirizzo di 100 persone e cosi via… Esistono diverse tecniche per sviluppare la memoria, neanche molto difficili da imparare. Ad esempio la conversione fonetica, che permette di ricordare lunghe sequenze di numeri. Penso che sia la memoria sia fondamentale nella maggior parte della nostra vita. A scuola, in università, sul lavoro, mentre si tiene un discorso o banalmente per ricordarsi i nomi delle persone che si incontrano.
Come mai c’è così poco interesse per questo tipo di allenamento della mente?Uno stato tutto per me
Sempre su Netflix ho visto il film “L’Isola delle rose”. Ispirato alla storia vera di Giorgio Rosa, Ingegnere Bolognese che nel 1967 costruì una piattaforma di 400m² che a largo della costa di Rimini, fuori delle acque territoriali italiane. L’ingegnere l’autoproclamò Stato indipendente mettendo in discussione l’equilibrio geopolitico Europeo e non solo, alimentando la curiosità e di milioni di persone e i loro ideali di libertà.
Cosa succederebbe se il mondo fosse formato di milioni di stati indipendenti con qualche migliaio di persone? Ma sopratutto, perché a scuola nessuno ce ne ha parlato?!
Una fotografia
Ammetto, non una delle migliori fotografie. Però, la vera domanda è: “Ma vale un Natale così? Siamo sicuri?”
Se hai domande, suggerimenti o semplicemente vuoi fare un saluto, rispondi a quest’email o lascia un commento. Sono contento di sentirti!