#11: Dare per avere
Dopo lunghe giornata in sella al ronzino il calzolaio arrivò finalmente a destinazione. Però, invece dello spaventoso castello, si ritrovò davanti a una graziosa e tranquilla casetta di legno…
Ciao,
Oggi voglio parlarti del concetto di generosità.
Non mi sono mai considerato particolarmente generoso. Da bambino sopratutto vedevo il mondo solo dal mio punto di vista, pensando esclusivamente ai miei interessi. Sarà un’indole innata, il fatto che sono figlio unico o le troppe ore passate a giocare alla PlayStation… non lo so. Fatto sta che mi sono sempre visto come l’unico protagonista della realtà in cui vivevo.
Con il passare del tempo ci si avvicina inevitabilmente a questo strano e spaventoso “altro”. Altre persone, altre idee, altre culture, altre regole da rispettare. Un altro che il più delle volte vuole qualcosa di diverso da quello che vorremmo noi.
Viviamo in un’epoca predominata dal consumismo individualista. A scuola, al lavoro, nello sport (e perfino al supermercato!) ritorna sempre il concetto di “vincere” a discapito degli altri. Siamo così abituati a considerare noi stessi come individui unici, diversi e con obiettivi personali, che in automatico chi non fa parte del nostro “grande progetto” diventa un nemico.
Un po’ di sana competizione è divertente e stimolante, ma è un problema quando diventa l’unico approccio che abbiamo per interagire con le persone.
Mi chiedo, è proprio vero che alla fine vince chi fa sempre i propri interessi? Cosa vuol dire vincere? Quando vincere ci rende felici?
Anni e anni di evoluzione hanno reso l’uomo un “animale sociale”. C’è poco da fare, siamo programmati per vivere insieme e aiutarci. Il nostro cervello ci fa sentire bene quando aiutiamo qualcuno o quando condividiamo un’esperienza positiva con altre persone.
Il senso di appartenenza, di sicurezza nel gruppo, di famiglia, sono percezioni che tutti noi condividiamo. Paradossalmente questo contrasta con l’idea d’individuo che pensa a se stesso e a raggiungere il vertice del successo, circondato da possibili contendenti.
Un nuovo punto di vista sul tema l’ho trovato in un bellissimo libro di Adam Grant, “Give and take”. L’autore ci dimostra che spesso le persone più di successo sono quelle che danno di più di quanto ricevono. Sembra un controsenso, ma è stato riscontrato che concentrarsi su come aiutare gli altri ci porta a raggiungere più velocemente i nostri obiettivi, ad apprezzare di più il nostro percorso e a poter sostenere sforzi maggiori.
Da sottolineare che non basta essere generosi, per apprezzare questi benefici è necessario essere generosi in modo “intelligente”.
C’è una bella differenza tra aiutare il prossimo a prescindere, magari per paura di essere giudicati “egoisti” o per insicurezza, e aiutare in un modo che rende felici anche noi.
Per esempio, immaginiamo che qualcuno ci chieda il favore di scattargli delle foto. Se la fotografia è anche una delle nostre passioni, il gesto di altruismo sarà anche per noi un’opportunità di divertimento e gratificazione.
Se sei arrivato a leggere fino a qui vuol dire che questa storia della generosità non ti suona del tutto assurda.
Ti invito ora a fare un esperimento. Prenditi qualche minuto per fare un piccolo gesto di generosità. Puoi scrivere un messaggio a un amico che non senti da un po’, ringraziare un collega per il lavoro che fa o condividere con il mondo i tuoi libri preferiti! (spoiler: con l’ultima azione fai felice anche me!).
Si hai letto bene… ORA, questo è il momento. Non pensarci troppo, vai!
Dopo aver fatto l’esperimento prova a riflettere su come ti ha fatto sentire fare un piccolo gesto di generosità. A volte, per avere di più, basta dare.
Ci leggiamo presto,
Davide
Libri
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore di Luis Sepúlveda
Bellissimo libro che ci fa vivere un’avventura nella giungla selvaggia del Sud America. L’uomo e la natura, l’uomo e la sua “tribù”, l’uomo e se stesso.Triste storia di uno sviluppatore di Gildo Merola
Simpatico racconto ce ci ricorda quanto sia difficile lavorare bene con gli altri.Let my people go surfing. La filosofia di un imprenditore ribelle di Yvon Chouinard
Il fondatore del marchio Patagonia, famosa azienda di abbigliamento sportivo, racconta la sua storia che lo ha portato a definirsi “uno scalatore e surfista ches senza volerlo, e con un po’ di vergogna, è diventato un uomo di business”. Consigliato in particolare a tutti i manager, imprenditori e leader.
P.S. Sono estremamente contento di aver inserito dei libri che mi sono stati tutti consigliati da degli amici e lettori di questa newsletter. Grazie mille, davvero! Spero di poter ricambiare al più presto.
E se ti piacerebbe ricevere un consiglio per un libro da leggere, basta che mi scrivi per email, magari con qualche informazione sul tipo di libro o genere. Sono felice di aiutarti!
Cose interessanti, riflessioni e domande
Ti va se metto un po’ di musica?
Tramite i miei amici ho scoperto BeatSense una piattaforma che permette di ascoltare la stessa canzone insieme ad altre persone. Si è rivelato un ottimo modo per sentirsi più vicini, sopratutto in questo periodo di lavoro da remoto.Nomadi si nasce o si diventa?
Se ti interessa il mondo dei “nomadi digitali” ti potrebbe interessare questo sondaggio. Un primo passo per conoscere la più grande community italiana di nomadi digitali.
A quanto pare non sono poche le persone a cui piacerebbe poter lavorare dove vogliono e quando vogliono. Strano eh?Conosciamo il mondo meno delle scimmie
Video molto interessante che ci dimostra quanto la nostra percezione del mondo in cui viviamo sia soggettiva e, molto spesso, condizionata e errata.
Ho scoperto questo video grazie ai ragazzi di TedXBergamo in un evento chiamato “circle” (super consigliato).
La domanda che mi sono portato a casa è: “Come facciamo a orientarci in un mondo fatto di numeri e leggi fisiche, se il nostro cervello ragiona solo storie ed emozioni?”
Una fotografia
Legami.
Madeira, Portogallo. 2021.
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