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Ciao, come stai?
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Anche le ultime settimane sono state decisamente intense.
Ci siamo goduti gli ultimi giorni nella bella Chiang Mai, con la fortuna di poter assistere all’affascinante Yi Peng Lantern Festival.
Poi siamo volati a Ho Chi Minh City, per gli amici Saigon, in Vietnam.
Siamo rimasti un po’ disorientati della frenesia della città ci siamo spostati alla vicina Vung Tau, una piccola cittadina sul mare.
Abbiamo realizzato che non era il momento giusto (e stagione) per continuare l’esplorazione del Vietnam. Così, con una sorprendente pianificazione dell’ultimo minuto (cose che agenzia di viaggio spostati), ora siamo arrivati a Kuala Lumpur, Malesia. Vedremo cosa ci aspetta!
Il tema di questa newsletter mi è stato proposto da una lettrice (grazie!).
È passato un po’ di tempo, lo ammetto, ma adesso è giunto un buon momento per parlarne.
La richiesta è stata la seguente:
”Mi piacerebbe leggere qualcosa relativo all’orientamento nel mondo del lavoro, come scegliere, come capire se quello che stiamo facendo fa veramente per noi, come sapere se stiamo avendo un impatto positivo o l’impatto che vogliamo.”
È sicuramente un tema complesso. Se non lo fosse, la maggior parte dei lavoratori sarebbe felice di quello che fa per vivere e il concetto di “lunedì mattina” non avrebbe una connotazione così negativa.
Come sempre, ribadisco la mia premessa paracula: non sono un esperto e tutto quello che scrivo spero diventi uno spunto di riflessione e non un consiglio da seguire alla lettera.
Questo tema e diventato ricorrente nei mei pensieri nelle ultime settimane per diversi motivi.
Il primo è stato un intervento che ho tenuto all’Università di Bergamo, la stessa che ho frequentato, per una classe di studenti. Ho condiviso con loro la mia esperienza lavorativa e consigli da “qualcuno come loro, ma con qualche anno in più alle spalle.”
Il secondo motivo riguarda un caro amico che si è laureato da poco. Ora che sta entrando nel magico mondo del lavoro, sta sperimentando quanto sia difficile trovarne uno “buono”.
Infine, ho letto da poco un libro molto interessante che sfata l’idea che per trovare un buon lavoro bisogna “seguire le nostre passioni”. Anzi, l’autore spiega come questo concetto di passione può essere perfino nocivo alla nostra carriera lavorativa.
Così, combinando un po’ tutte le nozioni imparate e riflessioni di questo ultimo periodo voglio condividere con te dei consigli per “trovare un buon lavoro”.
Cosa rende un lavoro un “buon lavoro”?
Apparentemente sembra facile pensare che fare il direttore d’orchestra o il medico sia meglio che passare 8 ore al giorno a pulire scarpe per strada.
Ma è davvero cosi semplice? Basta guardare a chi guadagna di più o chi ha un lavoro più prestigioso? Cosa davvero possiamo generalizzare sul concetto di buon lavoro?
Guardando ai risultati di diverse ricerche in merito, riassunti nel libro sopracitato, sono tre le caratteristiche che rendono un lavoro migliore di un altro:
Creatività
Impatto (positivo)
Controllo
Può essere che nel tuo caso questi fattori non ti dicano nulla, ma nel restante 98% dei casi non sbaglierai a cercare lavori con queste caratteristiche (per quanto ci sentiamo unici, noi umani siamo molto più simili di quanto pensiamo).
E ora starai pensando: “Ok, va bene, e dove li torvo questi favolosi lavori con queste caratteristiche?”. Ottima, domanda!
Sarebbe bello se tutti i lavori si basassero su questi fattori (e penso che pian piano, grazie allo sviluppo tecnologico, sarà sempre di più cosi). La realtà è che questi “lavori buoni” sono pochi, molto richiesti e difficili da trovare.
Questa è una prima dura verità da accettare. Ottenere un “buon lavoro” non è facile e non è la norma. Se pensi che la maggior parte dei lavori che ti saranno offerti saranno di questo tipo, rimarrai presto deluso.
“Eh aspetta un attimo… mio cugino fa il cassiere in un supermercato e ama il suo lavoro. Come la mettiamo?”
Buona osservazione! Nell’immaginario comune quando parliamo di “buoni lavori” spesso si pensa a dottori, manager di azienda, musicisti, sportivi e ecc. Ma non è assolutamente detto che si debba trovare un lavoro che ci piaccia tra questi più “famosi”, anzi. Va benissimo fare il cassiere, o qualsiasi altro lavoro. L’importante è sentirsi soddisfatti e consapevoli del perché lo stiamo facendo.
Come dicevo, non è proprio cosi semplice capire quali sono buoni o cattivi lavori affidandoci solo all’intuito o, ancora peggio, agli stereotipi.
Però, anche il cassiere più convinto si troverà a amare il suo lavoro in alcuni ambienti e odiarlo in altri. Non è solo il tipo di lavoro, ma anche l’ambiente in cui si svolge che ce lo farà piacere o meno.
Come trovare un “buon lavoro”?
I buoni lavori sono pochi e difficili da ottenere. Le aziende che riescono a creare questo tipo di opportunità si aspettano, giustamente, un alto ritorno in termini di “capitale umano”.
Quindi, il modo miglioro per ottenere un buon lavoro è fornire all’azienda, o ai nostri clienti, il livello di capitale umano richiesto.
E cosa significa tutto ciò in pratica?
Significa che non basta procurarsi i requisiti minimi per un lavoro, come ad esempio una laurea richiesta, e poi aspettarsi una pioggia di bei lavori tra cui scegliere.
Per trovare un buon lavoro bisogna crearsi il capitale necessario da fornire in cambio.
Seguendo questa logica diventa meno stressante l’idea di accettare lavori non perfetti, sopratutto all’inizio della nostra carriera, ma che ci permetteranno di accumulare capitale umano da reinvestire in futuro.
L’idea di fare un corso in più, un progetto in più, leggere un libro in più. Non sono attività fine a se stesse, giusto per aggiungere una riga sul CV. Sono attività che ci aiuteranno ad ottenere il capitale umano necessario per trovare un buon lavoro.
Quindi, se al momento hai un lavoro che non ti convince del tutto, ma in cui stai imparando molto, probabilmente ti conviene metterti il cuore in pace, impegnarti, imparare e poi investire l’esperienza acquisita per trovare, o crearti, un lavoro migliore.
Se continui a cambiare tipologia di lavoro con l’idea che prima o poi arriverà “quello giusto”, corri il rischio di perdere tempo e energie senza ottenere un solido capitale umano.
E la passione? Dove la mettiamo?
Probabilmente avrai notato che per ora non è mai emerso il concetto di “passione”, che invece è centrale nella diffusa idea di “trova un lavoro che ti appassiona e vissero tutti felici e contenti”.
A quanto pare, guardando a migliaia e migliaia di persone felici del proprio lavoro, l’elemento di passione è quasi sempre acquisito e non innato.
Sono veramente poche le persone che fin da piccole hanno una passione che diventerà il loro lavoro. La maggior parte trova un lavoro, si impegna, acquisisce competenze e capitele umano che poi investe per rendere il suo lavoro migliore.
Seguendo questo approccio, nel tempo il lavoro si avvicinerà sempre di più a quello che ci piace fare, generando una crescente passione per quello che facciamo.
C’è da aggiungere un altro fattore, spesso confuso con la passione, cioè la “missione” (o impatto positivo sul mondo). Quella componente di un lavoro che si allinea con i nostri valori e ci fa percepire che quello che facciamo ha un valore per gli altri.
In alcuni lavori, come immagino per un medico di frontiera, questa componente è molto evidente. In altri lavori potrebbe non essere così forte la “missione”, ma in tutti i buoni lavori questa componente esiste, almeno in parte, e non è un fattore da sottovalutare.
Bello tutto, ma gli sghei?
Finora non abbiamo toccato il discorso “remunerazione economica”.
Ovviamente è un tema importante. Un lavoro “perfetto”, ma che non ci permette di sopravvivere, non avrà vita lunga (o meglio, noi non avremo vita lunga).
Diverse ricerche in merito alla compensazione economica ci dicono che oltre ad una certa soglia in cui i nostri bisogni sono soddisfatti, guadagnare più soldi non ha nessun impatto sulla nostra felicità e appagamento. Anzi, può paradossalmente avere un effetto negativo.
Nonostante ciò, è molto difficile tenere in considerazione questo fattore nella scelta di un lavoro. Lo stipendio ci influenza sempre molto di più di quanto dovrebbe.
Non ci aiuta neanche una società che ci spinge a consumare sempre di più e sentirci di meno se non lo facciamo.
Quindi, cerca di capire quanto un lavoro deve remunerarti per permetterti di vivere serenamente, coprire le tue spese e risparmiare per il futuro. Poi, fai lo sforzo di concentrarti sugli altri fattori nella scelta del lavoro rispetto a quello economico.
Formula riassuntiva
Per finire, visto che alla fine il mio lato ingegneristico ha le sue esigenze, ecco una bella formula finale per determinare il “valore” di un lavoro.
VALORE DI UN LAVORO = Ritorno in capitale umano + Compensazione economica adeguata + Livello di controllo + Allineamento con i nostri valori
Nota bene, l’ordine delle componenti dell’equazione non è casuale.
Innanzitutto è bene concentrarsi sul ritorno in capitale umano. Un lavoro in cui impariamo molto e possiamo immagazzinare tanta esperienza ci consentirà di metterci il prima possibile nelle condizioni di poter scegliere un “buon lavoro”.
Poi la compensazione economica. Se questa non soddisfa i nostri bisogni di base sarà insostenibile continuare ad investire energie nel lavoro per un lungo periodo.
Poi il controllo. Una volta acquisto abbastanza capitale umano sarà importante investirlo per guadagnare in controllo e autonomia. Per esempio la possibilità di decidere su cosa lavorare, lavorare da remoto ovunque nel mondo, la possibilità di definire i propri orari. Sono tutti esempi di controllo che renderanno il nostro lavoro migliore.
Infine, grazie ad un buon livello di controllo e capitale umano potremo permetterci di lavorare su tematiche e progetti a noi cari, aiutando persone che ci stanno a cuore.
Un errore comune (io ci sono caduto in pieno quando ho iniziato a cercare lavoro) è seguire l’ordine inverso e rimanere frustarti nel constatare che è dannatamente difficile trovare un lavoro allineato ai nostri volari e interessi e con un alto grado di controllo.
È come aspettarsi di fare qualche lezione di qualsiasi sport e poi andare a competere con i professionisti. Non funziona così. Prima c’è tanto lavoro, esercizio e tempo da investire. Poi pian piano potremo accedere a migliori opportunità.
Si, ma il mio lavoro è proprio brutto brutto
“Ho capito che all’inizio devo accumulare capitale umano e non concentrarmi sul lavoro perfetto. Ma il lavoro che ho adesso è proprio brutto, non vedo come posso continuare a farlo!”.
Va bene tenere duro e non lasciarsi sopraffare dall’ansia di trovare il lavoro perfetto, ma certi lavori hanno delle caratteristiche che non rendono conveniente investirci, a prescindere del capitale umano accumulato.
Mi sono segnato queste situazioni da evitare il più possibile:
Limitato tasso di crescita e apprendimento
Se percepisci che in un lavoro sia difficile distinguersi e il potenziale livello di esperienza è limitato, è un buon motivo per cambiarlo per uno in cui le tue energie avranno un rendimento più alto.Avere a che fare con persone che non apprezziamo (per metterla in modo gentile)
Anche un ottimo lavoro può diventare un incubo se condiviso con persone che non ci fanno stare bene. Spesso è molto più facile cambiare lavoro che cambiare i tuoi colleghi e/o responsabile.Percepire un impatto negativo dal nostro lavoro sul mondo
Percepire di avere un’impatto positivo è una qualità rara, ma quando si verifica l’opposto bisogna stare attenti. Un lavoro apparentemente molto buono ma che è in contraddizione con in nostri valori difficilmente ci aiuterà nella nostra carriera.
Spero ti siano piaciuti questi spunti sul mondo del lavoro. Penso che questo discorso sia importante sopratutto per chi è all’inizio della propria carriera, ma anche per gli altri non è da sottovalutare. Io per primo rifletto e cerco di integrare questi ragionamenti nelle mie decisioni lavorative ogni giorno (o quasi dai).
Se ti va rispondimi a questa email e fammi sapere cosa ne pensi.
Ci leggiamo alla prossima!
Libri
📚 Project Hail Mary di Andy Weir
Se ti piacciono i libri di fantascienza, e ti piace sapere “come funzionano le cose”, questo è uno dei più belli che ho letto di recente.
📚 Play It Away di Charlie Hoehn
Rimanendo in tema “lavoro”, un libro consigliato sopratutto per chi si sente sopraffatto dagli impegni e cose da fare.
L’idea alla base, che mi piace molto, è di riscoprire il “gioco” come filosofia per non prendersi troppo sul serio e godersi la vita.
📚 The Power di Naomi Alderman
Un bel romanzo in cui le donne sviluppano la capacità di rilasciare scariche elettriche dalle loro dita, portandole così a diventare il sesso dominante nel mondo.
Molto accattivante e fa riflettere sui paradossi che viviamo ancora oggi nella nostra realtà.
Luoghi
Chiang Mai, Thailandia
Atmosfera da favola
Un città tra le montagne nel nord della Thailandia. Negli ultimi anni è diventata una meta “classica” per viaggiatori e sopratutto nomadi digitali. Passandoci un po’ di tempo ho realizzato il perché. Si respira un’aria di tranquillità e positività. Ottimo clima e cibo buonissimo (e economico). Consigliata!Ohmmm
È anche un polo molto rinomato per la tradizione Buddhista. Ci sono letteralmente centinaia di templi sparsi per tutta la città e i monaci, con il loro inconfondibile arancione, sono parte integrante della società.Non tutto è oro ciò che
luccicabrucia
Purtroppo ogni anno, verso Marzo, nella città si verifica la “stagione degli incendi”. In questo periodo vengono appiccati tantissimi incendi per accelerare il processo di agricoltura nei campi e l’aria della città diventa irrespirabile, mettendo a rischio la salute di cittadini e viaggiatori.
Ho Chi Minh City, Vietnam
Per gli amici Saigon
Non si può rimanere indifferenti alla dolorosa storia di questa città e dell’intero paese. Subito si avverte l’influenza di centinaia di anni di invasioni e dominazioni diverse. Dalle vicine potenze asiatiche e più recentemente europee e americane.
Il lato positivo è che ad oggi si è creato un curioso mix di culture, cibi e tradizioni. Così si può vedere una ragazza che cammina davanti ad un McDonald, con il tipico capello di paglia in testa e una baguette sotto il braccio.Caotico divertimento
HCMC non dorme mai (per davvero). Ad ogni ora sciami di scooter sfrecciano per le strade. Dietro ogni muro c’è un negozio, ristorante, attività di qualsiasi tipo.
Allo stesso tempo, verso sera si vedono persone di tutte le età sedute (dovunque) a godersi una bevanda ghiacciata, qualche snack misterioso e chiacchierare.
Vung Tau, Vietnam
Fuori stagione
Abbiamo voluto sperimentare la vita di una cittadina sul mare.
Nonostante i 30 gradi, era il periodo di bassa stagione e la maggior parte dei negozi e attività erano chiuse. Pochissime persone nelle strade.
Insomma, la classica destinazione turistica fuori stagione. Un mix di calma e malinconia. Però dai, ci siamo goduti un bell’hotel con una vista spettacolare sul mare con un budget molto ridotto.
Cose interessanti, riflessioni e domande
Indipendenza finanziaria
Ogni tanto cito il concetto di “indipendenza finanziaria” nella mie newsletter. Se vuoi approfondire questo argomento ho creato una lista di libri che consiglio.
Viaggiare con le parole
Se ti interessano i viaggi e la scoperta del Sud Est Asiatico ti consiglio questa newsletter davvero molto interessante.Il futuro è qui (ed è un po’ inquietante)
Una startup ha creato un’intelligenza artificiale che analizza tutte le conversazioni di una persona (whatsapp, email, facebook ecc.) e ti permette di parlarci “come se fosse viva”. Sembra l’inizio di un film distopico, ma è tutto vero.
Una fotografia
Portare il pane a casa.
Ho Chi Minh City, Vietnam. 2022.
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