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#37: La tavola è pronta
GEMÜTLICHKEIT (Germania): un luogo o uno stato di calore, amicizia e buon umore. Comodità, pace dei sensi, senso di appartenenza, star bene e accettazione sociale.
For my English speaking friends, click here for the translated version
Ciao, come va?
Clicca qui (👋) se ti va di mandarmi un saluto. Questa volta c’è una sorpresa nel link (non morde tranquillo).
Come ti avevo accennato nella scorsa newsletter, le ultime settimane sono state molto intense e difficili per me. Ora la situazione si sta stabilizzando e, nonostante non sia facile, sono molto contento delle decisioni prese.
Non voglio annoiarti troppo con un mappazzone personale. In breve, da una settimana non ho più un lavoro e ho deciso di prendermi una pausa senza cercarne subito un altro.
Se invece il mappazzone personale ti interessava ti lascio il link ad un post su LinkedIn dove ho spiegato un po’ meglio la situazione (se sei ancora più curioso, mandami un email senza problemi).
Al momento mi trovo nella soleggiata isola di Phuket, in Thailandia, dove rimarremo fino a metà Marzo circa. La prossima volta ti lascerò qualche considerazione in più nella sezione “Luoghi”.
In questa newsletter voglio raccontarti di una mia recente esperienza di viaggio in Nordtirol (al confine tra Austria e Germania).
La ragione principale del viaggio era di andare a sciare. Il piccolo problema è che io non so sciare e, a esclusione di due esperienze fallimentari di parecchi anni fa, non avevo mai messo piede su una vero impianto sciistico (di quelli dove, a mia sorpresa, ti guardano male se provi a scendere con la padella sotto al sedere).
Magari ti stai chiedendo “ma chi te l’ha fatto fare di andare fino in Austria se non sai manco sciare?”. Il viaggio e tutte le esperienze fatte sono state possibili grazie alla mia ragazza che, da vera amante dello sci, non vedeva l’ora di tornare a sfrecciare sulle piste.
Ma torniamo a noi. In questa occasione mi sono fatto coraggio e ho deciso di provare con un corso di snowboard per principianti (per la cronaca: non è vero, la mia ragazza ha fatto tutto e mi ha convinto a fare il corso).
Sono stati tre intensi giorni di scivolamenti, cadute, cotolette e birra.
Nonostante i miei risultati discutibili, voglio prendere questa esperienza come ispirazione per trarne alcune considerazioni e lezioni (eh si, da buon ingegnere non mi basta imparare qualcosa. Devo andare all’essenza e ricavarne un principio fondamentale da applicare a tutto. A TUTTO)
Ok, direi che ti ho già scocciato abbastanza con questa premessa. Andiamo al punto.
Ecco per te (rullo di tamburi…):
5 lezioni di vita apprese su una tavola da snowboard
(Eh!? Ma che titolo d’impatto e acchiappa click ti ho piazzato qui!?)
1) Parti dal rischio più grande (ma sotto controllo)
Il primo esercizio che la nostra bravissima e tedeschissima maestra di snowboard ci ha fatto fare consisteva nel buttarsi da una discesa a quasi 90 gradi e cercare di frenare. Divertente eh?
Ammetto che ci sono rimasto un po’ male all’inizio. Pensavo ad una partenza soft dove si partiva con poco dislivello, tipo skateboard, per prendere confidenza con la tavola o cose così. Del resto era proprio il corso per chi iniziava da zero.
E invece no, “Willkommen, Alles Gute” e giù dal burrone cercando di non ammazzarsi subito (che sarebbe stato un vero peccato visto che avevamo già pagato per due giorni di corso).
Ovviamente sto esagerando, ma ti assicuro che non era una sfida semplice per un principiante (anche a detta della mia ragazza che ne sa più di me).
Però, alla fine sono sopravvissuto e in qualche modo, dopo innumerevoli cadute, imparato a frenare sul quella maledetta discesa. Ho realizzato che effettivamente un po’ di senso c’è l’aveva partire con quell’esercizio.
Del resto alla prima pista blu, tra le più facili. mi sono subito imbattuto in discese di quel tipo e senza saper frenare sarebbe finita decisamente male.
C’è da aggiungere che dopo la ripida discesa del primo esercizio c’era un bel pezzo piano per fermarsi in sicurezza. Cosa non scontata per chi sale sulla tavola per la prima volta.
Mi è venuto in mente così d generalizzare questo approccio, pensando a quando ci vogliamo buttare (letteralmente o meno) in una nuova avventura.
È sempre bene iniziare ad identificare i rischi maggiori e fare dei piccoli esperimenti per capire prima che sia troppo tardi come comportarsi in quei casi.
2) Occhio a non cadere
Questa è una buona osservazione che mi ha fatto notare la mia ragazza.
Se parti con l’idea di non cadere, non farti male, non sbagliare il movimento e via dicendo, molto probabilmente sarà esattamente quello che accadrà.
La nostra mente non è molto brava a concentrarsi sull’opposto delle cose. Come nel famoso esempio del “non pensare ad un elefante rosa…. a cosa stai pensando?”.
Quindi, attenzione a quando ci accorgiamo che tanti nostri pensieri si presentano in una forma negativa. Non devo fare questo, speriamo che non succeda quello, ecc.
È solitamente meglio trasformali nella loro forma positiva e concentrasi su cosa vogliamo fare o che succeda.
3) Protezioni e poi affronta il rischio
Ahimè c’è poco da fare, se si vuole imparare bisogna rischiare. E quando si rischia si cade (più o meno letteralmente).
Ovviamente a nessuno piace cadere rischiando l’osso del collo. Possiamo approcciare questo dilemma in due modi.
Il primo consiste nel minimizzare la probabilità di farsi male. Si va sempre piano, ci si ferma appena si prende un po’ di velocità o proprio si lascia perdere e si rimane in rifugio con un buon vino caldo.
Nel secondo caso si cerca di minimizzare gli impatti negativi in caso di caduta/fallimento. Ad esempio con delle buone protezioni, sapremo che anche se si prende velocità e si cade non ci faremo male (più o meno, la botta la senti comunque).
Chiaramente il primo approccio è più semplice e richiede meno sforzo. Però si corre il grande rischio, spesso nascosto, di crearci da soli dei limiti che poi faremo molta fatica a superare.
Il secondo approccio, per chi è disposto a sentire un po’ di cadute, ci aiuta a imparare e migliorarci molto più velocemente.
4) Che fatica andare piano
Facendo questa prima esperienza sulla tavola da snowboard ho scoperto che paradossalmente andare pian pianino è molto, ma parecchio, più faticoso che scheggiare giù per le piste a 70 all’ora.
Questa cosa ancora mi stupisce se ci penso.
Siamo abituati che più vuoi andare veloce, più vuoi fare e più si deve far fatica. E se non fosse sempre così?
A volte capito nella vita di sentirsi bloccati e anche quel poco che vogliamo fare ci sembra estenuante. In questi casi potrebbe essere di aiuto chiedersi “e se andassi più veloce invece che sempre più piano?”.
Ti lascio capire da solo cosa vuol dire “andare veloce” per te (anche perché ahimè non saprei dirtelo).
Da non dimenticare che andare veloce comporta dei rischi, da non prendere troppo alla leggera (vedi lezione numero 3).
5) Prima ci devi credere tu
Per chiudere ti lascio una riflessione ispirata da una lezione della mia insegnante di snowboard.
Non ti voglio tediare con tecnicismi che non so neanche io, ma il concetto si può riassumere con: "Prima muovi il corpo e lo sguardo nella direzione in cui vuoi andare, e solo poi la tavola ti seguirà. Non puoi muovere solamente la tavola”.
È una frase che vuol dire tutto e niente. E detta in un inglese mezzo tedesco mentre tu pensi che stai per morire forse non è il massimo.
Però, a distanza di giorni, mi ha fatto riflettere su quante volte ci aspettiamo un risultato subito e cerchiamo dei modi per ottenerlo il prima possibile.
Il “problema” è che il mondo non è lì che aspetta pronto a darci quello che desideriamo. Prima dobbiamo muoverci con il nostro corpo, con il nostro sguardo e crederci. Solo poi anche il resto potrà seguire per ottenere il risultato sperato.
Per adesso è tutto.
Fammi sapere cosa pensi di queste riflessioni nate sulla neve!
Ci leggiamo presto,
Davide
Libri
📚 Come annoiarsi meglio di Pietro Minto
Un libro leggero ma che fa riflettere. Al giorno d’oggi sappiamo ancora annoiarci? (consiglio la versione cartacea perché la rilegatura è veramente bella!)
📚 Una nuova storia (non cinica) dell'umanità di Rutger Bregman
Probabilmente sarà uno dei miei migliori libri di quest’anno. Un interessantissimo saggio che ruota attorno alla domanda: “la natura dell’uomo è egoistica o altruistica?”.
📚 Speriamo che tenga di Moni Ovadia
Mi ha affascinato e divertito leggere l’autobiografia di questo musicista, attore e molto altro. Un mix di culture, modi di vivere e di approcci al concetto di “lavoro”.
📚 Effortless di Greg McKeown
Questo libro si aggiunge ai libri di “produttività” che mi piacciono e che ricadono nella categoria “l’obbiettivo non è fare di più, ma fare le cose giuste (e cercando di godersi il processo)”.
Luoghi
Nordtirol, Austria/Germania
Nati con gli sci ai piedi
A me ha fatto parecchia impressione vedere dei bambini piccolissimi (non so, 3/4 anni) sfrecciare a tutta velocità sulle piste da sci. Con genitori dietro tutti belli sorridenti e orgogliosi.
Mah, sarà che in Tirolo ci sono piste ovunque, però mi ha fatto strano. Poi magari non li lasciano andare sullo scivolo al parco che “metti che cade e si fa male!?”Sul confine
Durante il viaggio in Nordtirol, abbiamo abitato in una confortevole casetta di legno nel sud della Germania. Ogni giorno andavamo a sciare nel nord dell’Austria.
Niente di troppo strano in verità, però i 214 SMS che mi avvertivano di aver cambiato stato mi hanno fatto riflettere su quanto questi confini sono puramente nelle nostre teste e ogni tanto ce lo scordiamo.Storia del Tirolo
Sarà che durante le lezioni di geografia non stavo molto attento, ma quando ho realizzato di essere in terra Tirolese, mi sono accorto che io del Tirolo non sapevo proprio nulla.
Come può essere che adesso sia diviso tra ben tre stati diversi?
Probabilmente non te ne frega nulla, ma se non fosse così, qui trovi tutto.
Spoiler: il conte Mainardo II, fondatore del Tirolo, ha un taglio di capelli che precede i tempi di almeno 800 anni.
Cose interessanti, riflessioni e domande
Una foto al giorno
E se ti scattassi una foto al giorno per tutta la vita?
Probabilmente non ti sei mai fatto questo domanda, ma questo fotografo/artista/pazzofurioso evidentemente si. Interessante vedere come cambia una persona nel tempo.
Lui dice che continuerà con una foto al giorno fino al suo ultimo giorno. Sono curioso di sapere se ci riuscirà.
Lavori apparentemente bizzarri e dove trovarli
Continuiamo questa mini-rubrica-nella-rubrica.
Un’altra professione per cui sembra esserci parecchia richiesta e alti stipendi è il “moderatore di assemblee di condominio”.
È proprio lui/lei che arriva quando l’umanità ha più bisogno, durante le assemblee di condominio.
Tra litigi e scontri verbali (e non solo) il moderatore ha il compito di far mantenere a tutti la calma e a procedere con l’agenda dell’assemblea.
Sembra un lavoro parecchio difficile così a sensazione.
Intelligenza Artificiale e Lavoro
Si parla sempre di più di intelligenza artificiale, Chat GPT, immagini che si creano da sole e compagnia bella.
In tanti si chiedono se il proprio lavoro verrà a breve sostituito con uno di questi simpatici algoritmi. Magari tratterò questo tema in una futura newsletter (qualche lettore me lo ha anche già esplicitamente chiesto).
Per ora ti lascio un video che condivide per me un bel punto di vista sulla questione.
Una fotografia
Distributori (quasi) automatici.
Ho Chi Minh City, Vietnam. 2022.
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