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#39: Giocare alla vita
SONG (Palau): rabbia provata quando qualcuno si rifiuta di condividere un oggetto o un bene.
For my English speaking friends, click here for the translated version
Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto rispondi a questa email o clicca qui.
Le cose qui procedono bene. Alla fine il mese di “scarico”, spiagge e relax a Phuket è giunto al termine (lacrimuccia).
Da qualche giorno siamo arrivati in Giappone (sorrisone)!
Per la precisione a Fukuoka, nel sud del paese, poi siamo scheggiati in treno (più simile ad un missile) a Hiroshima (si proprio quella Hiroshima). Ti lascio come al solito delle considerazione in più nella sezione “Luoghi”.
Ora ti sto scrivendo da Osaka, ma siamo arrivati da pochissimo e te ne parlerò meglio nella prossima newsletter.
In questo periodo dovrò traslocare pian piano gli articoli del blog dal mio vecchio sito. Penso che sia una buona opportunità per riscoprire alcuni argomenti di cui avevo scritto in passato e riproporli anche qui. Magari aggiungendoci qualche pensiero in più.
È strano rileggersi a distanza di anni e vedere come sia cambiato, almeno in parte, lo stile di scrittura e il tipo di riflessioni.
Ma bando alle ciance e passiamo al tema odierno… Giocare alla vita.
Chi mi conosce sa quanto mi piace giocare, in generale, a qualsiasi cosa.
Negli ultimi anni ho sviluppato un’attrazione in particolare per i giochi da tavolo. Ma anche tralasciando il mondo dei giochi in senso stretto, sono sempre stato affascinato al concetto di gioco.
Quando ho scoperto un libro che insegnava ad adottare la mentalità del gioco nella vita di tutti i giorni per renderla migliore, non ci sono stati dubbi, dovevo leggerlo.
Il libro in questione si intitola Superbetter di Jane McGonigal.
L’autrice è una ricercatrice e game designer Americana. Dopo un dottorato in Arti dello Spettacolo, ha concentrato la sua carriera sullo studio dell’impatto dei videogiochi sulla vita delle persone.
Nel 2009 ha sofferto di una debilitante commozione cerebrale che l’ha trascinata in un periodo di angoscia e depressione. Dopo l’iniziale sconforto, decise di trasformare la sua vita in un gioco. Anche grazie a questo cambio di prospettiva è riuscita a superare il difficilissimo periodo e tornare più forte di prima impersonificando il ruolo della “combattente della commozione celebrale” (in inglese suona un pò meglio, “the concussion slayer”).
Sono rimasto colpito dai numerosi riferimenti a studi scientifici che l’autrice introduce a sostegno della tesi generale che giocare fa bene e cambia radicalmente la nostra mentalità. Applicare i principi del gioco nella nostra vita ci porta ad essere più sereni, appassionati e sopratutto resilienti.
Il concetto di “resilienza” è ultimamente un po’ controverso. Si è diffuso con delle ottime premesse, ma ultimante sembra che si sia, erroneamente, trasformato nella “capacità di sopportare qualsiasi prova, pressione, sofferenza, fatica, tanto-non-mi-hai-fatto-niente-faccia-di-serpente-gne-gne-gne…”. Non è proprio così, anzi, per nulla.
Ma controversie a parte, mi piace come l’autrice interpreta la resilienza, legandola al punto di vista del gioco che ci porta a rivalutare i nostri problemi come sfide e non condanne.
Nel libro viene spiegato nei dettagli come guardare alla nostra vita da una prospettiva “giocosa”. Sarai accompagnato da alleati fedeli nelle tue sfide. Scoprirai quali sono le tue armi più potenti e gli acerrimi nemici da combattere. Insomma, sarai a tutti gli effetti il protagonista di un'avvincente avventura.
In particolare è molto interessante il concetto di "power up". Sostanzialmente sono delle piccole azioni che possiamo fare con poco sforzo e in poco tempo. Queste azioni in qualche modo ci trasmettono energia, serenità e spesso ci fanno divertire. Un power up potrebbe essere semplice come salutare una persona a noi cara o leggere cinque pagine di un libro che ci appassiona. Insomma, identificare delle piccole azioni che possono velocemente migliorare il nostro umore è come avere degli assi nella manica per superare le difficoltà. Un pò come piccole dosi di pozioni magica in un videogioco.
Queste sono alcune delle note che avevo preso, ormai qualche anno fa, leggendo il libro (su alcune non ci metterei ancora la mano sul fuoco, ma mi sembra interessante condividertele comunque. Un pezzetto di Davide del passato… wrrumppll (ipotetico suono di una macchina del tempo).
Per rendere il tutto più divertente, e confusionario, ci aggiungo anche tra parentesi il commento del Davide del presente.
Fare una partita a Tetris ha gli stessi effetti benefici di un ora di meditazione. (In effetti esiste uno studio che lo prova, ma così a naso io consiglierei di meditare di più e giocare meno a Tetris)
Ricordiamoci di guardare alle limitazioni della vita come regole del gioco che stai vivendo. (Bella frase. Il problema è che manca del tutto il manuale per leggerle queste regole.)
La nostra motivazione e i nostri pensieri hanno una grandissima influenza sulla nostra salute. (Vero, bravo.)
Molto spesso le persone sono disposte ad aiutarci più di quanto pensiamo. (Vero, riconfermo.)
Tra il vivere una vita appagante o no, cambia solo la nostra interpretazione di questa. (Eeeeh… si, ma anche no. Se le nostre azioni non sono coerenti con i nostri pensieri sarà molto, ma molto, più difficile e faticoso trovare appagamento. Non basta cambiare prospettiva a livello mentale.)
Se sei curioso ti lascio anche il video TED in cui l'autrice del libro parla di queste tematiche.
Spero che ti sia piaciuto questo legame tra il gioco e le nostre vite.
Fammi sapere cosa ne pensi.
Buona partita e ci leggiamo presto,
Davide
Libri
📚 Le storie dietro le fotografie di Steve McCurry
Sono decisamente di parte visto che McCurry è il mio fotografo preferito. Però non posso che consigliare questo bellissimo fotolibro che oltre a profondi reportage racconta anche i pensieri del fotografo, dietro alla camera, nel corso della sua carriera.
📚 I miei giorni alla libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa
Un bel romanzo ambientato a Tokyo. In un quartiere di librerie, ognuna specializzata in un particolare settore, la protagonista si perderà e ritroverà se stessa.
📚 Un’anima sconfinata di Michael A. Singer
Direi un libro un po’ controverso. Ci rivedo molto del pensiero buddista, in cui ci si distacca dall’identificazione con i propri pensieri e emozioni. Interessante perché rispetto ad altri libri di filosofia orientale, qui l’autore utilizza un approccio più conforme alla mentalità occidentale. Lo consiglio, ma da prendere con un po’ di sguardo critico.
📚 Il giovane Holden di J. D. Salinger
Mi è piaciuto molto. Non mi stupisce che nel tempo è diventato un libro iconico. Un bel ritratto del periodo dell’adolescenza. Quando si è troppo grandi per fare i bambini e troppo piccoli per fare gli adulti.
Luoghi
Fukuoka, Giappone
In coda
Sembrerà strano, ma la prima cosa che mi ha colpito arrivando in Giappone sono state le persone in coda. Sono ovunque. Al ristorante, in metro, alla fermata del bus, alle macchinette, al parco, davanti all’ascensore… vabbè ci siamo capiti.Sarà che da Italiano le code per me sono qualcosa da evitare se possibile. In Giappone sembra l’opposto. Sapere che un bel po’ di persone hanno fatto la tua stessa scelta sembra dare un senso di tranquillità e sicurezza. Non saprei quale sia il punto di vista migliore. Però fa strano.
Mangia come taci
Mi ha sorpreso vedere che parecchi ristoranti hanno solo posti singoli a sedere. Anche quando ci sono gli iconici balconi fronte cucina. Ecco una bella serie di divisori per permettere a tutti di mangiare da soli senza guardare in faccia a nessuno. Il culmine è stato un ristorante in cui potevi usare dei piccoli biglietti per comunicare con i camerieri. Così potevi evitare di parlare anche con loro.Anche in questo caso, sarà che da Italiano il ristorante è dove si va in compagnia quasi più per parlare che altro, ma l’approccio Giapponese mi ha molto colpito.
Gotta catch em all
Per quanto tantissime cose sono lontane dalla nostra cultura, è incredibile la quantità di nostalgici rimandi all’infanzia con i personaggi di anime (“cartoni animati”) e manga (“fumetti”) letteralmente dappertutto. Immaginati che vai in banca e c’è un cartonato di Goku che ti dice “boni…boniiiii….boniiifiicoooooooo” (non è andata proprio cosi ma ci mancava poco).
Anche al bar ci è capito di vedere sui televisori invece della classica partita di calcio Italiana, un bell’episodio di qualche anime in voga. Con adulti e anziani a seguire con attenzione. Pazzesco, se solo il Davide di 11 anni avesse saputo che in Giappone sapere tutti i nomi dei 151 Pokémon era qualcosa di socialmente accettato, se non stimato… un altro mondo.Tombini d’autore
Un’altra particolarità sono i tombini per strada. Invece che “normali” pezzi di metallo per le strade delle città Giapponesi diventano delle vere e proprie opere d’arte. Un’attenzione al dettaglio che fa riflettere.
Hiroshima, Giappone
Città della memoria
Partiamo subito dal punto più evidente e difficile, la famosa devastazione che ha colpito la città durante la seconda guerra mondiale.
Abbiamo visitato il “museo della memoria”, un luogo assolutamente da vedere, ma di una sofferenza che ferisce il cuore. Penso di aver avuto una simile sensazione solo parecchi anni fa in visita ad un campo dì concentramento.È inspiegabile come l’umanità può diventare così cieca da pugnalarsi da sola? Eppure subito la mente va alle guerre ancora in corso, tra cui la vicina guerra in Ucraina.
Se per qualsiasi ragione ti sei mai trovato a pensare “si la guerra, la violenza, è una cosa brutta, ma…”. Se hai mai avuto in mente questo “MA…”, prova a fare un salto in un posto come Hiroshima e dare anche solo un’occhiata veloce a quello che quel “MA” significa.
Okonomiyaki
Piatto di punta della città, è stato uno dei più buoni che abbia provato in Giappone finora. Ti lascio qui la ricetta completa se ti interessa. Ti dico solo che è una sorta di frittata con appena 9/10 strati di ingredienti sopra.
Speranza formato origami
Tra tutta la disperazione del bombardamento di Hiroshima c’è anche una bella storia di speranza. Si tratta di una bambina che costretta a letto malata di leucemia ho deciso di seguire un antico detto Giapponese per cui se una persona malata piega mille gru di carta riuscirà a guarire. Qui se vuoi approfondire.
Sembrerebbe che la bambina c’è l’abbia fatta e la sua storia è diventata un simbolo di pace e speranza per tutta la città.
Il silenzio della folla
Per finire, ti lascio l’immagine di questa scena. Pullman, ora di punta, pieno di persone. Decine e decine.
Persone in piedi, sedute, compresse e incastrate a vicenda.In tutto questo, un silenzio quasi assoluto. Niente. Solo il motore del veicolo e qualche respiro affannoso.
Oh, sarà una roba da niente, ma questa scena mi ha proprio colpito.
Cose interessanti, riflessioni e domande
Caro vita ti scriiivo…
Ho letto questo articolo con un bella mappa delle città più e meno costose al mondo.
Visto anche l’ultimo periodo di grande inflazione, sempre più sto ragionando su quanto il costo della vita può influire sul contenuto in cui viviamo.
Viaggiando in Asia in paesi molto economici (rispetto all’Italia) mi è sempre più chiaro che viviamo un periodo storico con economie molto diverse e allo stesso tempo vicine grazie alla globalizzazione, costo dei trasporti ecc.
Magari presto vivremo un fenomeno di “anti-immigrazione”? In cui i cittadini di paesi “sviluppati” si sposteranno in paesi più economici e meno inflazionati?
Io ho un presentimento che sarà così, e quindi viaggiare un po’ anche in paesi in via di sviluppo, e non solo nelle famose (e costose) mete turistiche, potrebbe tornare utile.
Lavori apparentemente bizzarri e dove trovarli
Continuiamo questa mini-rubrica-nella-rubrica.
Un’altra professione per cui sembra esserci parecchia richiesta e alti stipendi è il “romanziere personale”.Si tratta di uno scrittore che si occupa di trasformare la vita di chiunque in un vero e proprio romanzo avvincente (per quanto possibile). Su alcuni siti (tipo questo) trovi anche chi ti scrive un bel romanzo personale con 100/200 dollari (un bel regalo di natale no?).
In una società in cui tutti sono al centro del proprio “social”, forse ha senso che chiunque possa avere anche il proprio libro da leggere e far leggere.
Siamo ciò che diciamo?
Ti lascio un bel video che spiega quanto la nostra lingua influenza il nostro pensiero. Molto interessante accorgersi che gran parte di ciò che diamo per scontato ogni giorno è “semplicemente” frutto della lingua che parliamo.
Una fotografia
Intrecci.
Mueang, Phuket, Thailandia. 2023.
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