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#41: Pensare i pensieri
TORSCHLUSSPANIK (Germania): agitazione nervosa che sale dentro di noi quando ci accorgiamo di essere a corto di tempo.
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Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto rispondi a questa email o clicca qui.
Qui in Giappone procede tutto bene. In questi giorni siamo stati di base a Tokyo, esplorando i suoi diversissimi (e tantissimi) quartieri.
In questa newsletter voglio parlarti di un tema complesso, almeno per me, che negli ultimi mesi (e anni a dir la verità) è stato centrale nella mia vita.
(A questo giro provo a usare più sezioni con dei titoli, spero che semplifichino la lettura).
Riconoscere e accettare i nostri pensieri
Come vedi, già non è facile riassumere questa tematica in un titolo. (Magari un giorno ne troverò uno migliore).
Procediamo a piccoli passi. Cosa sono i pensieri?
Pensieri
Pensieri. Quella vocina, o vociona, che sembra abitare nella nostra testa. Ci consiglia cosa fare, cosa non fare, cosa ci piace e cosa no. Ogni tanto si preoccupa, altre volte ottiene quello che vuole e fa i salti di gioia (metaforici fortunatamente).
Tutti abbiamo questa particolare capacità di avere dei pensieri no? È probabilmente ciò che ci permette di auto-definirci animali “coscienti”.
Mi sento anche aggiungere che questi pensieri sono ciò a cui ruotano attorno le nostre vite. Perfino queste parole, che ora io sto scrivendo e tu leggendo, sono di fatto pensieri che siamo stati così bravi da riuscire a codificare e trasmetterci.
Riconoscere
Bene, fin qui ci siamo (più o meno).
Passiamo al “riconoscere”. Cosa vuol dire riconoscere i proprio pensieri?
E qui le cose iniziano a farsi più complesse, un po’ come in film di Christopher Nolan.
Se conosciamo il mondo attraverso il pensiero, come facciamo a conoscere i nostri pensieri? Pensare a cosa stiamo pensando? (mal di testa in arrivo tra 3… 2… 1…).
Negli ultimi anni ho letto diversi di libri di psicologia, filosofia, scienze comportamentali e Buddhismo (non tanto dal punto di vista religioso, ma come filosofia di vita. Una filosofia in cui i nostri pensieri sono centrali).
Al momento, sono arrivato a una concezione dei nostri pensieri che mi sembra rispondere, perlomeno in parte, al paradosso del “pensare a cosa stiamo pensando”.
Tutto parte dalla distinzione di due tipologie di pensieri: i pensieri “attivi” e quelli “passivi”.
I pensieri “attivi” sono quelli che generiamo volutamente. Ad esempio, se io ti chiedessi qual è il tuo libro preferito, probabilmente ti porterei a generare dei pensieri “attivi”, in cui tu cerchi di ricordare tra i libri che hai letto quale ti è piaciuto più degli altri.
La stessa cosa accade ora mentre scrivo. Mi faccio delle domande e la mia mente inizia a pensare a delle risposte che poi le mie dita prontamente riproducono sulla tastiera del mio computer.
Invece i pensieri “passivi” sono quelli che “nascono” fuori del nostro controllo. Sono i pensieri che creano quella che io chiamo “coscienza di fondo”.
E, purtroppo o per fortuna, questi pensieri “passivi” sono sempre presenti e non possiamo fermarli. Sono una parte fondamentale del nostro complesso sistema mente-corpo.
Quindi, fatta questa distinzione. Possiamo concepire che è possibile “pensare ai nostri pensieri”, riconoscerli e osservarli. In particolare possiamo, con un pensiero “attivo”, osservare i nostri pensieri “passivi”. Porre la nostra attenzione a quel flusso di pensieri continuo che a volte ci regala grandi ispirazioni e altre volte grandi sofferenze.
Fatta questa distinzione, rimane il fatto che pensieri “attivi” e “passivi” sono spesso intrecciati tra loro e si influenzano a vicenda. Questo ci rende difficile essere sempre consapevoli dei nostri pensieri. Ma già sapere della loro esistenze e differenza per me è stato molto importante.
Un buona pratica che personalmente mi sta aiutando ad allenare questa “consapevolezza” è la meditazione. Ne ho parlato in una scorsa newsletter se ti interessa approfondire.
Accettare
Una volta definiti e riconosciuti è il momento dell’”accettazione”. Cosa vuol dire “accettare i nostri pensieri”?
Questo è un tema forse ancora più complesso, strettamente collegato alla “sofferenza” generata dai nostri pensieri, e di conseguenza alle nostre emozioni.
Come sai la nostra mente non solo ci aiuta a generare nuove idee, scoprire e imparare. A volte ci provoca grande sofferenza. Sofferenza vera eh, non una sofferenza metaforica. Una sofferenza alla pari di quella fisica.
La differenza è che la sofferenza fisica è molto più facile da capire, e di conseguenza accettare. Se inciampi e cadendo ricevi una bella botta, la sofferenza, il dolore, è chiara e diretta. Bam! Ecco la sofferenza. Il tuo sistema corpo-mente ti fa immediatamente capire che è successo qualcosa di “no buono”. È così del resto che fin da piccoli impariamo a giostrarci nel mondo. Il dolore ci aiuta a capire cosa è da evitare, cosa è sicuro e tutte le sfumature nel mezzo.
Inoltre l’accettazione è praticamente immediata. Se ricevi una botta, provi dolore e subito ti spieghi quel dolore con l’accaduto. Sarebbe strano pensare: “Oh no, mi sono tagliato e sto provando dolore! Come può essere?! Non dovrei provare dolore, vuol dire che qualcosa non va in me? Il mio corpo non funziona bene?”… E così via.
Forse hai intuito dove voglio arrivare.
Quando la sofferenza è originata nella nostra mente non è così facile “prendere le distanze” e accettare quello che sta accadendo. Guardiamo al nostro corpo, tutto bene, ma comunque proviamo del dolore, del disturbo. Da dove? Ma come? Ma dai!
È per questo che è fondamentale non solo riuscire a riconoscere i nostri pensieri, ma anche ad accettarli, soprattutto quelli che ci fanno soffrire.
5 pensate sui pensieri
Dopo aver toccato l’idea di “riconoscere e accettare i nostri pensieri” ti lascio delle riflessioni che ho fatto nel tempo partendo da ciò che ci siamo detti finora.
Non siamo i nostri pensieri
Un primo punto importante consente nel non identificarsi con i nostri pensieri, in particolare con quelli “passivi”.
Per me questa idea è stata davvero rivoluzionaria. Mi ha permesso finalmente dii lasciare andare alcuni pensieri che non riconoscevo e mi ha fatto capire che non aveva senso l’idea di “avere solo pensieri positivi”, o in generale di essere sempre in controllo.
Limiti
Se da una parta è un sollievo rendersi conto che non possiamo avere pieno controllo su noi stessi e sui nostri pensieri(figuriamoci sul mondo esterno). D’altra parte si mette in luce un grande e inaggirabile limite.
Come umani, per quanto tutti i libri del mondo (scritti da noi) ci dicano che siamo la specie più bella e intelligente, siamo limitati. C’è poco da fare.
E quando ci scontriamo con i nostri limiti, soffriamo. È nella nostra natura. Se non avessimo la tendenza a superare i nostri limiti e “starci male”, probabilmente non saremmo neanche qui a parlarne.
Smettere di chiedere l’impossibile al nostro cervello
Un motivo di sofferenza rispetto ai limiti è, non riconoscendoli come tali, di percepirli come problemi. Come minacce per il nostro benessere, al pari di un leone in agguato.
E così, più o meno consciamente, chiediamo alla nostra mente di “risolvere il problema del limite”, che equivale a dire trovare una modo di essere sempre in controllo.
“Non voglio che qualcosa a cui tengo scompaia o che domani il mondo non sia più come piace a me. Cervello trova un modo di fermare questa giostra, cosi almeno potrò godermi un po’ di riposo”.
Il problema è che la giostra non si ferma, mai. Dedicare anche solo parte delle nostre energie a trovare un modo per farlo, è faticoso e stressante.
Smettendo di chiedere al nostro cervello di farci stare sempre “in controllo”, avremo molto più energie per agire dove possiamo e per accettare più facilmente le sofferenze della vita, impossibili da evitare.
Accettare la sofferenza
Questa sofferenza… Davvero ne abbiamo bisogno?
Non è stato facile, e non lo è tuttora, accettare che la sofferenza sia parte della vita e non ci si possa far nulla. O meglio, la si può accettare, questo aiuta sicuramente a conviverci e non farsi sopraffare.
Anche qui la psicologia ci viene in aiuto, ricordandoci che la sofferenza non è altro che l’altra faccia di quell’emozione di euforia e positività che solitamente chiamiamo “felicità”. A volte ci sentiamo felici e a volte tristi. La vita va così.
Se si cerca di eliminare la sofferenza dalla propria vita si sta allo stesso tempo fuggendo dalla possibilità di cogliere i momenti di felicità.
Odi et amo
I precedenti presupposti ci permettono di rivalutare la sofferenza, ricordandoci che è parte di noi, non un nemico da sconfiggere o evitare. Soffrire è normale, non vuole dire che bisogna per forza intervenire o cambiare qualcosa.
Da questo punto di vista penso che si possa arrivare perfino ad apprezzare la sofferenza. Non voglio dire che si debba provare piacere nel soffrire (anche perché a quel punto sarebbe una specie di paradosso). Intendo di vedere la sofferenza, passata, presente e futura, come una delle componenti che rendono speciale e allo stesso tempo normale la nostra vita. Tutti soffriamo. Tutti in modo diverso.
Inoltre, è ben risaputo che la sofferenza ha anche conseguenze positive nelle nostre vite. Ci aiuta a capire di più di noi stessi, quando cambiare strada o quando riprenderne una che si era persa. È una delle nostre più sagge insegnanti.
Bene, spero che queste riflessioni ti siano sembrate interessanti e ti possano essere da spunto per farne delle tue. Questo è uno dei tanti casi in cui non ci si può fare un’idea sul tema solo leggendo e “imparando”. È un argomento troppo legato ad un lato soggettivo e alle nostre esperienze personali.
Quindi, ti auguro di perseguire al meglio il tuo percorso, vivendo questo strano mondo fatto di pensieri, gioie e dolori.
Se ti va, fammi sapere cosa ne pensi.
Ci leggiamo presto,
Davide
Libri
📚 Profondo come il mare, leggero come il cielo di Gianluca Gotto
Nel suo ultimo libro, Gotto racconta del suo avvicinamento al Buddhismo mentre si trovava in Thailandia ed era caduto in una forte depressione dopo essersi salvato dalla febbre Dengue.
Non lo prenderei come testo di riferimento per approfondire la filosofia Buddhista, ma comunque lo consiglio per l’autenticità e passione che emergono nelle parole dello scrittore.
📚 Piccolo manuale di un essere umano di Romeo Violini
Una breve e simpatica storia. A metà tra romanzo fantastico e crescita personale. Si fa leggere tutto di un fiato e lascia delle interessanti riflessioni sulla vita.
📚 Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway
Un classicissimo che mi trasportato tra le onde dei pensieri per un po’.
📚 L'arte di correre di Murakami Haruki
A metà tra saggio e autobiografia. Mi ha affascinato vedere come lo sport, la corsa, sia una parte fondamentale nella vita dello scrittore, al pari della scrittura stessa.
Luoghi
Kyoto, Giappone
Maiko e Geiko
Kyoto è senza dubbio una delle città più storiche e tradizionali del Giappone. Una delle particolarità che mi ha colpito di più è stato scoprire la storia e significato dietro al ruolo delle Geiko (nome delle Geishe di Kyoto) e Maiko (le loro apprendiste).
Ho capito che quel poco che sapevo era del tutto sbagliato ed è stato emozionante vedere delle autentiche Geiko e Maiko camminare per vie della città.
Philosopher path
Una dei momenti più belli a Kyoto è stato esplorare in biciclette un viale alberato, pieno di ciliegi in fiore, chiamato “Philosopher path”. Il percorso ha preso questo nome dopo che diversi famosi filosofi Giapponesi iniziarono a passeggiarci regolarmente durante le loro meditazioni.
Nara, Giappone
Cerbiatti everywhere
La prima cosa che salta all’occhio (in tutti i sensi), per cui la città è famosa, sono le centinaia di Cerbiatti che scorrazzano dappertutto.
Si possono anche acquistare degli appositi cracker per poter diventare il loro migliore amico per qualche minuto.
Mochi e martelli
Un dolce tipico di Nara, chiamato Mochi, viene preparato in un modo molto particolare. Due o tre martellatori iniziano a urlare a ritmo per battere la pasta che verrà usata per i dolcetti.
Difficile da descrivere a parole, ti lascio un video se sei curioso.
Asuka, Prefettura di Taito, Giappone
Vita di campagna
Un giorno lo abbiamo dedicato a questa città di campagna non molto turistica. Fortunatamente ci siamo dotati di biciclette perché i diversi templi da visitare erano abbastanza lontani. Ma soprattutto abbiamo percorse dei sentieri nella natura tra i più belli di tutto il viaggio.
Fragole
Una gustosa sorpresa è stata scoprire che Asuka è famosa per i suoi campi di fragole. Ammetto che erano davvero buone (e a me solitamente non piacciono granché).
Cose interessanti, riflessioni e domande
Dare il sangue per la cucina
In alcune parti della Scandinavia, i pastori nomadi sono soliti produrre il “blodplätter", o per gli amici “frittelle al sangue di renna”.
Quando macellano una renna, usano ogni parte dell'animale e il sangue viene mescolato con uova, farina e sale per creare una pastella dal rosso intenso. Interessante che una cuoca a New York, Beryl Shereshewsky abbia iniziato a preparare questa ricetta tradizionale nel suo ristorante (chissà dove trova le renne… magari ordina tutto su Amazon).
Lavori apparentemente bizzarri e dove trovarli
Continuiamo questa mini-rubrica-nella-rubrica.
Trovare il modo di alleviare il dolore per un lutto è una delle domande e dei bisogni più ricercati del mondo. La risposta è arrivata da un’azienda sud coreana che ha inventato un’app in grado di farci sentire vicine le persone scomparse. L’applicazione si chiama “With me” e consente di creare un avatar della persona cara a partire da una foto. Una volta creato l’avatar la tecnologia 3D permetterà a questo di muoversi sul nostro schermo, ci permetterà anche di fare un selfie con lui ed in alcuni casi di interagire con degli script prestabiliti. Il tutto gestito dall’intelligenza artificiale dell’app.Creatore di avatar per l’aldilà
Felicità
Rimanendo in parte in tema con l’argomento di questa newsletter, ti lascio questo video che mi ha colpito molto. È un discorso tenuto da un monaco buddhista, di origine francese. Per me evidenzia molto bene come si possa concepire una vita serena e “allenare” la propria mente a esserne consapevole.
Una fotografia
Andiamo a prenderli tutti.
Osaka, Giappone. 2023.
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