#43: Accendere lampadine
IKTSUARPOK (Inuit): sensazione di impazienza che si prova quando si aspetta qualcuno e ci si affaccia di continuo alla finestra o alla porta per vederne l’arrivo.
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Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto rispondi a questa email o clicca qui.
Ti scrivo da Udaipur (Rajasthan, India). Nelle ultime due settimane siamo stati in viaggio nel nord dell’India. Siamo atterrati a New Delhi e abbiamo perfino avuto la fortuna di essere invitati ad un matrimonio tradizionale indiano. Come sempre, di questo e altro te ne parlo meglio nella sezione “Luoghi”.
In questa newsletter parliamo di idee, startup e imprenditoria.
Se mi conosci da un po’, sai che sono interessato a questi temi da diverso tempo. Ho lavorato nel mondo delle startup negli ultimi 7-8 anni e ho anche provato a lanciare dei progetti in prima persona (senza grandi risultati economici, ma con tante lezioni che mi hanno aiutato in tutti i lavori che ho svolto).
Per essere del tutto onesto, la base dei contenuti di questa newsletter arriva da un articolo che avevo scritto ormai qualche anno fa sul mio vecchio blog (nel mentre il mio sito personale sta prendendo una nuova forma. Se lo visiti sii clemente, è ancora da sistemare).
Come forse sai, al momento sono “in pausa dal lavoro” e sto valutando pian piano su che strada ripartire. Una di queste consiste nel lanciare qualcosa di mio, un progetto imprenditoriale.
Rileggere l’articolo che avevo scritto è stato particolare. Ci ho rivisto un po’ di ingenuità da neolaureato che vuole spaccare il mondo, ma anche tanta passione e entusiasmo. È stato bello riprendere alcuni concetti che sono rimasti invariati, rimuoverne alcuni obsoleti e aggiungere nuove lezioni imparate in questi anni.
Spero che questi consigli ti possano aiutare e motivare se stai pensando di lanciare qualcosa. Ma la verità è che questa volta io sono il primo per cui sto scrivendo e che spero trovi ispirazione in queste parole (fa un po’ strano questo auto-augurio, ma penso che Doc approverebbe).
Vabbè, andiamo al succo del discorso.
“Ho un’idea! E ora checcifaccio?”
Durante gli anni di università ho scoperto il mondo delle startup e imprenditoria lavorando in una azienda nel campo dell'Equity Crowdfunding. L'obiettivo era quello di aiutare promettenti aziende a trovare finanziatori per partire e/o espandersi.
Dopo questa esperienza, lavorando in diverse startup, ho conosciuto decine di imprenditori e team appassionati. Se da un lato la passione e la grinta di questi innovatori è di grande motivazione, è altrettanto evidente la facilità con cui i progetti possono andare incontro al fallimento.
Penso sia impossibile prevedere con certezza se un'idea avrà successo e che evitare del tutto il fallimento non sia una strategia vincente. Però, esistono dei modi per fallire in modo graduale e sopratutto per accorgersi di cosa non va il prima possibile. Questo processo permette di avere sempre la forza per imparare da ogni errore e ripartire con una marcia in più.
Alla base dell’idea di “fallire velocemente” c’è il confronto. E si può applicare questo principio fin dall'inizio dello sviluppo di un progetto. Quando l'idea risiede solo nella nostra testa, e probabilmente non è nemmeno molto chiara.
Mi sono trovato più volta con un'idea e non sapere da dove cominciare. Negli anni ho provato, e “rubato”, diversi approcci. Di seguito te ne lascio 5 che penso siano tra i più efficaci.
1) Condividere, condividere, CONDIVIDERE!
L'errore che spesso si commette quando si ha un'idea è di tenerla assolutamente segreta. "E se qualcuno mi copia l’idea? E se un'azienda, che già ha risorse e mezzi sviluppati, realizzasse la mia idea mentre io rimango a guardare?".
Molti hanno delle preoccupazioni simili pensando di avere un'idea geniale in tasca. Ma nella maggior parte dei casi questo atteggiamento è proprio ciò tarperà le ali alla nostra idea.
Non c'è rischio più grande che lanciarsi a realizzare un'idea senza confortarci con nessuno e senza fare un’analisi del suo potenziale valore.
Il primo consiglio che posso dare a chi ha un'idea è quello di parlarne a più persone possibili, e meglio se non coinvolgete solo amici e parenti. Cercate di parlarne sopratutto alle persone a cui si rivolge, i vostri possibili futuri clienti, fornitori, collaboratori. Così potrai capire se, perlomeno sulla carta, l'idea ha un potenziale.
2 - Business Model Canvas
Il business model canvas, teorizzato da Alexander Osterwalder, è uno schema visivo che aiuta a descrivere il "modello di business", il funzionamento, di un’azienda.
Se non hai mai trattato temi di strategia aziendale ed economia potrebbe risultare un po’ ostico a primo impatto. Però, se si vuole lanciare un'idea imprenditoriale, è imprescindibile immergersi almeno un po’ nelle logiche di funzionamento di un'azienda. Il bello di questo strumento è che aiuta a tradurre la nostra idee in termini strategici senza dover essere dei professori di economia.
Per eventuali approfondimenti, ti lascio il link al video di Daniele Radici, che spiega in modo molto chiaro come utilizzare il business model canvas.
3 - Meetup su innovazione e startup
Se è vero che non si può realizzare un'idea tenendola solo per noi, quale modo migliore se non il confronto con altre persone con la stessa passione e spirito d'iniziativa?
Immergersi nel mondo dei meetup potrebbe essere per molti una vera e propria rivelazione. Un meetup non è nient'altro che un incontro di persone con un interesse in comune. Se ne organizzano per tutti i gusti e molti sono incentrati proprio su argomenti come startup, imprenditorialità e innovazione. Qui trovi una delle più famose piattaforme di meetup. Inoltre, se non abiti in una città con tanti eventi, molti sono tenuti online, da seguire comodamente da casa.
Un'altra community internazionale che consiglio è quella di Indie Hackers. Qui tante persone che vogliono realizzare progetti, spesso con minime risorse, si confrontano e raccontano le proprie esperienze. Davvero molto interessante per chiunque voglia partire con poco e raggiungere i primi risultati.
4 - Formazione online su validazione e lancio di un'idea
Se sei più tipo da corso strutturato allora ti consiglio un corso online. Ce ne sono diversi ormai. Quelli che mi sento di consigliarti sono:
Startup School organizzato da Y Combinator (uno dei più grandi acceleratori al mondo).
Il corso Smart from Scratch di Pat Flynn, che ti accompagnerà dalla fase di selezione di un'idea fino ai primi esperimenti e clienti paganti.
Il corso The Minimalist Entrepreneur Course (tra l’altro gratuito) realizzato da Sahil Lavingia.
5 - Community di imprenditori
Infine, ti segnalo alcune organizzazioni italiane e internazionali dove imprenditori e aspiranti tali si ritrovano per condividere idee e esperienze. Se vuoi lanciarti nel mondo dell'innovazione, crearsi un forte network fa veramente la differenza tra un'idea che rimarrà sulla carta o che prenderà una qualche forma.
Ecco le community che consiglio:
Founder Institute. Organizzazione internazionale che promuove anche un vero e proprio programma di incubazione per aspiranti imprenditori che partano da zero.
Startup Geeks. Una community di startupper italiana che genera tantissimi contenuti interessanti su innovazione e startup (hanno anche un programma di accelerazione che ti aiuta a rendere la tua idea realtà).
Endeavor. Community internazionale di imprenditori che supporta la crescita di nuovi business innovativi.
Insomma, quest’idea funzionerà?. La risposta, come quasi sempre nella vita, è "dipende". Sfruttando diverse strategie per analizzare, condividere e realizzare la nostra idea possiamo dargli una possibilità concreta.
Rispetto a qualche anno fa, oggi abbiamo a portata di click un mondo di risorse per lanciare la nostra idea. L'unico modo per sapere come andrà, è provarci!
Se conosci qualcuno/a che vuole lanciare un’idea, puoi condividergli questa newsletter. Magari gli fa piacere.
Ci leggiamo presto,
Davide
Libri
📚 La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig
Un bel romanzo, un giallo che si svolge in parallelo nel mondo e su una scacchiera. Bella l’idea di passione, vocazione, che a volte diventa un tutt’uno con il nostro essere.
📚 Why Has Nobody Told Me This Before? di Dr Julie Smith
L’autore è uno psicologo che dopo decenni di pratica ha deciso di riassumere gli insegnamenti più importanti per riuscire a non farsi sopraffare dalle difficoltà della vita.
📚 Figure. Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram di Riccardo Falcinelli
Forse un po’ di nicchia, ma davvero un bellissimo saggio sul mondo delle immagini, arte, fotografia e qualsiasi cosa i nostri occhi possano percepire. Molto consigliato a chiunque abbia un interesse per il mondo dell’immagine.
Luoghi
Ninh Binh, Vietnam
A circa due ore di macchina da Hanoi ci siamo ritrovati tra piantagioni di riso, fiumi e templi. Tutt’altra atmosfera rispetto alla pulsante e frenetica Hanoi.
Montagne dal nulla
Una delle particolarità dell’area di Ninh Binh sono i suoi monti che svettano letteralmente dal nulla. Niente colline o leggeri pendii. Solo giganteschi massi che sembrano essere piovuti direttamente dal cielo.
Il complesso buddista più grande in Vietnam
Una delle visite più belle è stata a Bai Dinh, un complesso buddista davvero vasto e con una stupa di altre 100 metri da cui si gode una vista che lascia senza parole.
Lavorare con i piedi
Un’altra attività tipica di queste zone è farsi trasportare su delle piccole barchette tra i fiumi circondati da incredibili paesaggi. Una particolarità abbastanza divertente è che gli esperti conducenti hanno usano i piedi invece delle mani per remare. Ti assicuro che dal vivo fa particolarmente strano.
Sapa, Vietnam
Un altro posto spettacolare nel nord del Vietnam è Sapa (e i centinaia di villaggi locali nei dintorni), una cittadina tra le montagne vicino al confine con la Cina.
Tra montagne e riso
La prima impressione di Sapa è stata quella di un paesaggio verdissimo con montagne e terrazzamenti di riso ovunque. Molto suggestivo.
Tribù, lingue e tradizioni
Mi ha stupito scoprire che tutt’ora ci sono centinaia di villaggi tradizionali vicino a Sapa. In ogni villaggio si tramandano una cultura, lingua, modo di vestire e vivere unici. Sorprendente vedere come famiglie che vivono a centinaia di metri di distanza parlano lingue diverse e seguono tradizioni diverse.
Università della strada
Tra le tante cose, è stato molto interessante ascoltare le esperienze della nostra guida locale. Una ragazza di circa trent’anni, piccolina e paffutella, che ogni giorno cammina per decine e decine di chilometri per accompagnare i turisti tra villaggi e montagne.
Parlava con noi un buon inglese e ci ha raccontato che lei, come altre ragazze dei villaggi, imparano la lingua stando in strada, ascoltando i turisti e cercando di interagire con loro.
Mi ha fatto pensare a quante volte in Italia ho sentito ragazzi, me compreso, che si lamentano di come l’inglese non sia insegnato bene, che non ci sono abbastanza risorse, ecc. Intanto in Vietnam delle ragazze che non hanno mai potuto mettere piede in una scuola imparano l’inglese, e con buoni risultati, per strada cercando di rubare qualche parola ai turisti. Beh, fa riflettere questa cosa.
New Delhi, India
Il primo impatto con New Delhi è stato forte e difficile. Niente a che fare con le città, seppur caotiche, del sud est asiatico. In particolare l’area della “città vecchia” con il suo famoso mercato è probabilmente l’esperienza più d’impatto che abbia avuto durante i miei viaggi.
Progresso e povertà
La cosa strana è stata una percezione di maggiore “sviluppo” rispetto ad altre città e villaggi. Ad esempio si intravedono negozi di catene famose, sfavillanti hotel e grandi stazioni dei treni. Però, allo stesso tempo è impossibile non notare una grande povertà ovunque. Tante persone vivono in strada tra rifiuti, sporco, mucche e forse è meglio non sapere cos’altro. Buona parte della popolazione della città deve affidarsi a lavori occasionali e imprevedibili come autisti, venditori ambulanti, lucidascarpe o altro.
È vero che il colonialismo, in India in particolare, ha portato un rapido progresso sociale. Ma a che prezzo? È evidente che l’attuale modello di società industriale non è più sostenibile (se lo è mai stato).Influenze
New Delhi è una città con molte influenze. Oltre alla più recente dovuta alla colonizzazione Inglese molti dei monumenti più famosi sono una lascito della dinastia Moghul, la più importante dinastia imperiale indiana di religione musulmana. Per più di 300 anni il nord dell’India è stato governato da imperatori musulmani e sono forti le influenze tutt’oggi rimaste da questo periodo. Nella lingua e cultura degli abituanti, oltre che ad edifici emblematici come il Taj Mahal.
Quartieri coloniali e quiete nascosta
Infine, abbiamo anche visitato una zona più tranquilla e altrettanto interessante di New Delhi, l’ex quartiere coloniale. Qui si possono trovare bazaar che vendono di tutto e grandi parchi in cui ci si può prendere una pausa dalla frenesia della città.
Hanno rubato le scarpe allo sposo
Non potevo non includere anche qualcosa del matrimonio indiano a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare.
Per prima cosa da sottolineare che in India i matrimoni sono solitamente di più giorni e partecipano veramente tante persone. Avere più di mille invitati non è così inusuale.
Ci sono diversi rituali che coinvolgono le rispettive famiglie. Tra le usanze che mi sono rimasti più impresse c’è il momento in cui vengono rubate le scarpe allo sposo, quando la sposa deve contrattare (con soldi veri, e neanche pochi) per convincere la famiglia dello sposo a darle un posto a sedere al tavolo. Infine la serata dedicata alla musica e al ballo, in cui ci siamo sentiti dentro ad un film di Bollywood!
Cose interessanti, riflessioni e domande
In coda
Una cosa che mi ha sorpreso e divertito in Vietnam è stato come il concetto di “fare la coda”, stare in fila, sia molto diverso da quello a cui ero abituato (spoiler: praticamente non esiste). Ne ho parlato in un post su LinkedIn se ti interessa.
Stati meglio
Nelle ultime settimane si è parlato tanto della campagna pubblicitaria dello stato Italiano. Quella con la venere a fare da influencer. Fortunatamente non ho avuto tempo e voglia di seguire la questione. Però mi sono venute in mente alcune pubblicità di altri stati che mi sono piaciute un sacco.
“Just uncommon sense”
Derek Sivers è uno dei miei imprenditori/artisti/scrittori/pensatori preferiti. In questo talk riassume gran parte della sua atipica carriera e insegnamenti imparati lungo il percorso. Perfetto da abbinare alla formazione “più classica” per chi fa imprenditoria.
Una fotografia
In Fumo.
Cat Cat Village, Sapa, Vietnam. 2023.
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