#45: Perché stiamo insieme?
MAMIHLAPINATAPAI (Yamana): guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo.
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Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto rispondi a questa email o clicca qui.
Qui ad Aurgam Bay, Sri Lanka, tutto procede bene. Ormai sta arrivando la fine di questo viaggio e ci siamo regalati tre belle settimane fermi, in spiaggia, sballottati il giusto tra le onde (è probabile che quando leggerai questa newsletter io sia in volo verso l’Italia).
Ma visto che del tutto fermo non riesco proprio a starci, ho iniziato a viaggiare con i pensieri. In particolare mi sono deciso a condividere un’idea che avevo da qualche tempo. Si tratta di un programma di formazione sul concetto di Life Design.
Ho condiviso un post su Linkedin e più di 30 giovani professionisti mi hanno scritto interessati. Un bel riscontro che non mi aspettavo così rapido.
Così ho deciso di continuare a dedicarmici e a brevissimo partirà una classe “sperimentale” con i primi coraggiosi pionieri.
Non voglio annoiarti troppo con i dettagli qui. Ma se ti interessa la cosa (il programma è dedicato a professionisti che cercano più chiarezza sul loro percorso di carriera) puoi approfondire cliccando qui.
Ma passiamo all’argomento del giorno, “di cosa è fatta una community?”.
In questi giorni sto rileggendo i miei appunti tratti da un bellissimo libro, “The art of community” di Charles H. Vogl. Visto che il progetto di Life Design si basa sull’idea di una community di professionisti, gli insegnamenti di questo libro mi stanno aiutando molto.
Ma a parte il caso specifico di chi vuole effettivamente creare una nuova comunità, penso che sia molto interessante capire di più sulla loro natura in generale. Alla fine tutti noi siamo immersi ogni giorno in una, e spesso molteplici, forme di comunità. Studiare i meccanismi che le hanno formate, può farci capire meglio perché certe cose sono come sono.
Ma come sempre… bando alle ciance e andiamo al sodo.
Ti lascio una rivisitazione personale dei “7 principi” che l’autore del libro pone alla base di ogni tipo di community.
1) Confini
Alla base di una comunità c’è il concetto di confine, di dentro e di fuori. Senza confini chiunque sarebbe già parte della comunità e l’idea stessa di gruppo non avrebbe più tanto senso.
Per questo motivo è importante che ci siano delle condizioni che permettano di riconoscere chi è un membro e chi no. Inoltre, è altrettanto importante avere uno “spazio di transizione”, per chi non fa parte della comunità ma ci si vuole avvicinare.
Per esempio, in un’associazione sportiva, i membri possono essere definiti da un’iscrizione formale alla società. Ma anche per chi non ne fa parte, potrebbe esserci modo di fare esercitazioni di prova e capire se la cosa gli piace.
2) Iniziazione
Il termine “iniziazione” mi fa pensare a quelle sette americane dove poi si finisce con centinaia di persone a fare cose molto strane, o peggio, molto pericolose.
Ma ragionandoci, qualsiasi comunità ha una sua forma di “iniziazione”. Potrebbe essere qualcosa di molto informale come un’uscita con un gruppo di amici o molto esplicita come le “attività di benvenuto” quando si è assunti in una nuova azienda.
3) Rituali
Una volta dentro una comunità, è importante trovare dei modi per ricordare ai membri della sua esistenza. Ricordare il “perché si sta insieme”.
Tutte le attività, eventi, abitudini e comportamenti che si effettuano con regolarità possono essere definiti dei “rituali”.
E non parlo solo dei rituali mistici dove ci si passa una lunga pipa fregandosene bellamente di ogni norma igienica. Anche delle occasioni ormai “comuni” come festeggiare un compleanno o un anniversario, sono di fatto importanti rituali nelle nostre comunità.
Una tipologia di rituali, particolarmente importanti, sono i “riti di passaggio”. Quei momenti in cui un membro della comunità evolve e solitamente rafforza ulteriormente i legami con gli altri.
4) Templi
Un’altra componente importante delle comunità sono i “templi”, i luoghi in cui ci si ritrova e confronta.
Questi possono essere dei luoghi fisici come una palestra, una chiesa, un bar, ecc. Oppure dei luoghi virtuali, ormai sempre più comuni, come una chat online o un sito web.
5) Storie
Care vecchie storie. Alla fine siamo le storie che ci raccontiamo, no?
Ecco, per le community vale lo stesso. Le storie sono fondamentali e sono ciò che aiuta a trasmettere i valori della comunità. Sono uno dei più potenti strumenti per creare un linguaggio e visione del mondo comune.
6) Simboli
Anche i simboli sono importanti. A volte non sono così espliciti come i “templi” o i “rituali”, ma comunque importanti.
Pensa ad un gruppo di amici che hanno tutti un modello di scarpe simile o alla cravatta dei dipendenti di un’azienda. A volte si danno per scontati, ma se rimossi si noterà presto la differenza.
7) Livelli
Infine, il concetto di “livelli”. In ogni comunità, anche la più informale, nel tempo i membri raggiungo diversi “livelli di appartenenza”. Oltre ai casi più evidenti in cui abbiamo uno o più leader della comunità, anche in una situazione di uguaglianza ci saranno membri più influenti e riconosciuti degli altri.
Ed è importante l’interazione tra i membri più “dentro” alla comunità e gli ultimi arrivati. Solitamente, per creare un circolo virtuoso i membri più esperti saranno i primi a mostrarsi disponibili per aiutare e includere gli altri.
Forse un pò “tecnico” il tema di questa newsletter, ma a me incuriosisce tantissimo. È come leggere, in piccola parte, un manuale d’istruzioni dell’essere umano.
Prendi un confine, aggiungi una manciata di rituali, qualche goccia simboli, fai riposare per qualche decennio in frigo… e voilà, ecco la nostra bella comunità!
Se ti interessa sapere di più sulla community di professionisti che sto sviluppando ti rimetto il link anche qui (eh lo so… una volta è ok, due volte è SPAM! Però un po’ c’entra con il tema principale, no?… No eh? Vabbè, è andata così…).
Ci leggiamo presto,
Davide
Libri
📚 Show Your Work! di Austin Kleon
Kleon è senza dubbio una persona da seguire per chi vuole allenare la propria “creatività” sul lavoro e non. In questo libro si parla del perché e del come condividere il proprio lavoro costantemente.
📚 I miei martedì col professore di Mitch Albom
Una raccolta di lezioni di vita di un professore consapevole di avere poche settimane di vita davanti a se. Un piccolo libro per fare grandi riflessioni.
📚 L'insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera
Un classico della letteratura moderna. Mi è piaciuto molto il concetto di “leggerezza”, a volte una salvezza e altre una condanna. Un tema che mi è molto caro e che anche nel mio piccolo avevo affrontato in passato in un’altra newsletter..
📚 The Good Enough Job di Simone Stolzoff
L’autore ha intervistato decine di professionisti e fa emergere il concetto di workism, l’idea che il nostro lavoro sia parte fondamentale della nostra identità e dia senso alla nostra vita. È un tema molto delicato, ma non per questo da ignorare. Oggi più che mai si rischia di chiedere troppo dal proprio lavoro e rimanere inevitabilmente delusi.
Luoghi
🎒 Colombo, Sri Lanka
Non siamo rimasti molto nella capitale dello stato, però ci siamo comunque immersi tra le sue strade piene di gente e colori. Interessante il mix di culture e religioni, in particolare diversi templi buddhisti a ridosso di altrettante moschee.
🎒 Kandy, Sri Lanka
”La vecchia capitale”. Una città più contenuta rispetto a Colombo e immersa nella natura. Un’atmosfera rilassate e decisamente un traffico più facile in cui vivere.
🎒 Ella, Sri Lanka
Per gli amanti della natura e della montagna è un posto perfetto. A pochi kilometri da bellissimi trekking tra piantagione di te. Questa volta siamo rimasti solo per poco e le poche energie rimaste le abbiamo usate per arrivare sulle spiaggia di Arugam Bay.
🎒 Arugam Bay, Sri Lanka
Un paesino sulla costa orientale dell’isola che negli ultimi 20 anni è diventato un famoso ritrovo per surfisti. Fa un po’ strano all’inizio vedere come ogni negozio o ristorante sia a tema “surf”, ma poi ci si fa l’abitudine.
È stato molto triste sentire i racconti del terribile tsunami del 2004. Arugam Bay è stata una delle città spazzate via completamente. Però, da speranza vedere come ora sia tornata a essere piena di famiglie, ragazzi e surfisti da tutto il mondo.
Cose interessanti, riflessioni e domande
💡 Ma questa Intelligenza Artificiale? Siamo sicuri di saperla usare?
Che tu lavori nel settore digitale o meno, penso che sia importante capire i possibili impatti di questi algoritmi di AI che stanno sempre di più dilagando.
In particolare mi è piaciuta molto una discussione tra lo storico Harari e il capo del dipartimenti AI di Meta. A quanto pare per la prima volta nella storia dell’uomo, avremo strumenti che non solo eseguiranno azioni al posto nostro, ma decideranno anche quali eseguire.
💡 I dinosauri sono ancora qui (più o meno)
A quanto pare negli ultimi anni è stato dimostrato che gli uccelli sono parenti diretti dei mitologici dinosauri. Anzi, sono di fatto un genere particolare di dinosauri. Si esatto, proprio quel piccione che ascolta una musica rap immaginaria mentre cammina è un dinosauro.
E c’è di più, a quanto pare T-Rex e compagnia bella avevano la pelle ricoperta da piume. Insomma, gran parte della mia infanzia è stata smentita… forse si sentivano un po’ così gli amici del bar di Charles Darwin.
💡 Alzarsi con i piedi sbagliati
Di recente mi sono intrippato del mondo “barefoot” e in particolare delle scarpe che cercano di replicare al massimo la sensazione di camminare a piedi nudi, senza il rischio di tagliarsi, farsi male e ecc.
A quanto pare diverse persone riportano, negli anni, molteplici benefici nell’utilizzo di queste scarpe (questo è un esempio di modello molto consigliato). Rieducazione dell’”alluce valgo”, postura migliorata, minor dolori a ginocchia e giunture… Insomma, interessante la cosa. Per caso ne hai mai sentito parlare? Quasi quasi sto pensando di approfondire e prendere un paio di queste scarpe.
Intanto ti lascio un video che mi è piaciuto, con un pazzofurioso che porta questo concetto all’estremo e se ne va tranquillo in montagna a fare escursioni a piedi nudi!
Una fotografia
Attimi congelati.
Hanoi, Vietnam. 2023.
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