

Discover more from Newsletter di Davide Benaroio
#5: Agili anche da fermi
Decine e decine di prodi cavalieri provarono a liberala, ma ognuno tornava indietro a mani vuote e con gli occhi intrisi di terrore. Inoltre, chiunque facesse ritorno, non riusciva più a parlare...
Ciao,
oggi voglio condividerti una riflessione che mi è venuta sul lavoro. Nell’ambito dello sviluppo software e della creazione di prodotti digitali da anni si parla di metodologia “agile” (da leggere con pronuncia inglese mi raccomando!).
Da sempre sono rimasto affascinato da questa metodologia di lavoro innovativa e dai suoi principi fondamentali. Inoltre, ho constatato in prima persona che spesso fanno davvero la differenza sui risultati ottenuti e la qualità del lavoro. Non è un caso che ormai queste metodologie sono adottate dalla maggior parte delle aziende tecnologiche (ma anche in molti altri settori).
Partendo da questa osservazione ho pensato che ogni giorno io e i miei colleghi prestiamo grande attenzione ad applicare tutti questi principi “agile”, a volte perfino con persone dedicate a ricordarci come agire nel modo migliore.
Però, quando finisco di lavorare e spengo il computer, torno spesso ad abitudini in contrapposizione ai principi dell’”agile”.
Che poi, detto fra noi, tutto questo fantomatico “agile” alla fine si riconduce a dei principi generali di buonsenso, niente che richieda chissà che per essere capiti. Però, come tante cose nella vita, sono tanto semplici quanto difficili da applicare veramente e costantemente.
Facendo questa riflessione mi è venuta l’idea di provare a tradurre i principi dell’”agile” del mondo tecnologico (ti lascio qui il manifesto con l’elenco ufficiale) in concetti da utilizzare nella vita di tutti i giorni.
Prima premessa. La formula che ho utilizzato è volutamente la stessa del manifesto “agile“ e, sopratutto in Italiano, può sembrare un po’ goffa. Quindi, scusami ma mi sembrava doveroso rispettarla, pur se bruttina.
Seconda premessa. Proprio come descritto nel manifesto, l’obiettivo non è di scegliere cosa accettare e cosa scartare. Tutti gli elementi in tutte le frasi sono importanti, ma l’obiettivo è quello di dare un ordine, una priorità alla parte di sinistra su quella di destra.
Se fossero cose belle contro cose brutte sarebbe banale. È facile scegliere tra vincere e perdere, ma più complesso tra vincere e imparare, per esempio.
Vabbè, bando alle ciance, vi presento “The four pricniples of personal agile” (nome puramente inventato, ma che essendo in Inglese ha sempre quel non so che lo rende più credibile, forse…). Per gli amanti della Crusca (non quella che si mangia) potete ricordarli come “I quattro consigli della nonna”.
1) Persone e esperienze più che oggetti materiali
Beh, direi che questo si spiega da sé. La prossima volta che stai per comprare l’ennesimo oggetto super pubblicizzato, e probabilmente super costoso, fai un bel respiro e chiediti “mi serve davvero?”.
2) Fare più che analizzare
Possiamo studiare tutti i dettagli di un’esperienza e chiedere a chiunque l’abbia già vissuta consigli, ma sarà sempre poco rispetto a quanto si può imparare vivendola in prima persona.
3) Ascoltare più che convincere
Questo è un errore che faccio spesso. Tutti noi abbiamo delle proprie convinzioni e pregiudizi. Ma, quando si cerca il confronto con qualcuno, l’importante è ascoltare senza avere già in mente la soluzione. È l’unico modo per cercare di cogliere veramente il pensiero del prossimo.
4) Adattarsi più che pianificare
Istintivamente vogliamo sapere tutti i dettagli di quello che ci accadrà, sopratutto a fronte di una scelta da fare. Ma troppo spesso questo bisogno di sicurezze ci blocca.
Viviamo in un mondo che cambia sempre più velocemente. Ahimè c’è poco da fare, bisogna mettersi il cuore in pace e cercare di diventare più bravi a gestire gli imprevisti (compresi quelli positivi ovviamente) piuttosto che dei pianificatori con tutto sempre sotto controllo (apparentemente).
Spero che questo piccolo esperimento ti sia piaciuto, anche se prima d’ora non conoscevi il concetto di “agile” o non ti ha mai incuriosito (e potresti tranquillamente continuare così…).
Ci leggiamo presto,
Davide
Libri
Corporate Rebels di Joost Minnaar e Pim De Morree
Due ragazzi Olandesi lasciano i propri lavori sicuri e ben pagati per viaggiare per il mondo alla ricerca di aziende dove i dipendenti sono davvero felici di lavorare. Una raccolta di esperienze incredibili che sconvolgono il concetto di lavoro tradizionale a cui troppo spesso siamo assuefatti.
Il manoscritto ritrovato ad Accra di Paulo Coelho
Un’interessante raccolta di domande e risposte sulla vita che spesso non abbiamo tempo di farci nel nostro mondo sempre di fretta. Consigliato sopratutto a chi cerco un modo di “fermarsi” e riflettere.
Cose interessanti, riflessioni e domande
Giocare sul serio
Sono convinto che sul lavoro si gioca (e ci si diverte) troppo poco. Chi l’ha detto che per essere produttivi bisogna per forza fare cose noiose?
Esistono metodologie che avvicinano il concetto di gioco alla vita di tutti i giorni, al lavoro e alcune aiutano perfino a capire meglio se stessi (ne ho parlato anche io qui).
Sapevate che c’è chi pianifica la strategia aziendale “giocando” con i Lego?I libri dei famosi
Ho scoperto un sito che raccoglie vari libri consigliati da persone famose e esperti. Interessante per scoprire nuovi libri da leggere! (spoiler: mi ha fatto venire in mente un’idea per un progetto, spero di riuscirtene a parlare prossimamente).Sconfiggere le cattive abitudini con la curiosità
Un’interessante analisi sulle cattive abitudini e su come è possibile capirle e affrontarle.
Una fotografia
Guardami che io ti guardo.
Sibiu, Romania. 2019.
Se hai suggerimenti, domande o semplicemente per un saluto, rispondi a quest’email o lascia un commento. Sono contento di sentirti!