#58: Abbastanza
C'era un posto dove andavano a finire tutte le cose che erano sulla punta della lingua
For my English speaking friends, click here for the translated version
Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto ti basta rispondere a questa email (o lasciare un commento 👇).
Io sto bene e ti sto scrivendo da Timisoara, Romania. Sono qui per qualche settimana e, grazie anche al fatto che la mia ragazza ha vissuto qui per anni, siamo pieni di cose da fare, eventi e persone con cui uscire.
Tutto bello, però una nota dolente c'è in queste settimane. Questo essere “pieno di cose da fare” mi è sfuggito un po’ di mano. Sopratutto sul lavoro.
Un po’ il fatto che ho iniziato un nuovo grande progetto lavorativo. Un po’ che Gennaio e Febbraio sono mesi in cui tutto il mondo sembra dover andare di corsa come forma di scusa per i giorni rubati alla dea produttività durante le feste di Dicembre. Un po’ che di mio ho la tendenza a fare tante cose tutti insieme, con gran fatica a dire di no.
Vabbè, senza addentrarci in trattati di psicoanalisi, è un periodo davvero tosto per me. E oltre all’indicatore della stanchezza a fine giornata, si è aggiunto un simpatico tremolio all’occhio sinistro che ogni tanto compare, probabilmente dovuto al fatto che per me lavorare significa stare davanti ad un monitor. Niente di grave eh… (giusto per rassicurare genitori, amici e parenti), però sicuro non è un segnale positivo.
E quindi, ho deciso di parlarti in questa newsletter del concetto di “abbastanza”. Un po’ perché mi affascina molto e ne parlo spesso nel mio programma di Life Design. Un po’ perché io penso che in questo periodo ne abbia particolarmente bisogno in prima persona.
Abbastanza.
Oggi spesso usiamo questo termine in modo dispregiativo, sopratutto quando parliamo di lavoro e delle nostre attività.
Dai, va abbastanza bene… (= va decisamente male, ma non è che posso dirtelo così se no mi prendi per pazzo)
Il mio lavoro mi piace abbastanza… (= mannaggia che devo arrivare a fine mese, ma appena riesco vorrei cambiarlo)
Tutto sommato sono abbastanza soddisfatto… (= bene, ma non benissimo)
Insomma, questo abbastanza si trasforma in una sorta di maschera socialmente accettabile dietro la quale nascondere frustrazioni, senso di incompletezza o rassegnazione.
Perché questo termine, che di per se è nato per indicare uno stato di pienezza positiva e “avere o essere a sufficienza”, ha preso questa connotazione così negativa?
La mia conclusione è che sia collegato al culto della crescita (economica e non) in cui viviamo ormai da qualche decenni. Una crescita che trova nell’idea di capitalismo e consumismo il suo ruolo di faro e unico fine, spesso a discapito dei singoli individui. Mi fermo qui con temi sociologici e politici che non sono certo la persone più competente in materia.
Comunque, a prescindere dall’influenza della società in cui siamo immersi, penso che possiamo fermarci un attimo e provare a rivalutare il termine “abbastanza” e che questo sia fondamentale per trovare un equilibrio sereno sul lavoro (e nella vita).
Per fare questo ri-ribaltamento di significato ti lascio tre principali spunti di riflessione.
1) Tutto ha un limite (sopratutto noi)
Dobbiamo accettare che in natura tutto ha un limite, dalla breve vita di un fotone all’immenso universo in cui la terra non è che una goccia nell’oceano. E anche noi, per quanto umani super fighi padroni della terra, coscienti di esistere e inventori del Grande Fratello… siamo limitati, c’è poco da fare.
Ma questi limiti possono diventare la nostra fonte di salvezza. Senza saremmo spinti veramente a continuare a crescere senza mai sosta. E invece, consci di avere dei limiti, possiamo impegnarci a identificarli e fermarci al momento giusto.
2) Essere pieni non significa fermarsi per sempre
Pensa al concetto di “abbastanza” in relazione al cibo. A tavola il termine abbastanza riprende magicamente il suo significato originale di sazietà e pienezza. Sarebbe strano, una volta pieni, decidere di mangiare un’altra cena… così per far vedere a tutti che siamo in grado di farlo. Anzi, quando mangiamo è evidente che superare certi limiti non possa solo che farci star male.
E, come per il cibo, la sensazione di pienezza non è costante nel tempo, ma va continuamente rinnovata. Siamo sazi e poi dopo un po’ sentiamo nuovamente la fame che ci spinge all’azione. La stessa cosa accade sul lavoro, raggiungiamo un equilibrio, ci sentiamo bene e poi è normale che nel tempo sentiamo un bisogno di cambiamento o riallineamento. Questo per sottolineare che inseguire l’abbastanza non significa trovare una posizione comoda e poi lasciarsi andare alla vita in maniera passiva.
3) Se non definiamo quanto è abbastanza per noi, niente lo sarà mai
Infine, questo abbastanza è importante investigarlo e definirlo. Ognuno di noi ha differenti “abbastanza” nei diversi aspetti della vita. Ma, senza una definizione, l’obiettivo diventa implicitamente “infinito” e irraggiungibile.
Inoltre, prendere a modello gli “abbastanza” di qualcun altro ci farà correre il rischio di inseguire nuovamente obiettivi che saranno troppo o troppo poco per noi. E questo è quanto mai più evidente oggi in cui ogni giorno siamo bombardati di paragoni, spesso irreali, sui social.
Con una nostra definizione personale di abbastanza (soldi, lavoro, relazioni, viaggi, cose, ecc.) sarà molto più facile evitare di cadere nella trappola del “ah cavolo, guarda quel tizio cosa ha fatto… forse dovrei fare di più anche io”.
Direi di fermarci qui su questo tema (così applichiamo subito l’idea di abbastanza).
Però prima di chiudere, per andare anche un po’ più sul pratico, ti voglio lasciare tre idee che mi sono venute in mente per equilibrare questo mio periodo esagerato sul lavoro (magari solo alcune si possono applicare al tuo caso… sicuramente se passi tanto tempo davanti a uno schermo saranno più azzeccate.
1) Prepara la mappa PRIMA di partire
Dedicare 15/30 minuti a inizio giornata lavoratrice per pianificare le attività e controllare di avere abbastanza tempo per tutto (se non c'è abbastanza tempo, decidere a cosa dare priorità e cosa rimandare o eliminare). Può sembrare contro intuivo, ma quell’investimento di mezz’ora spesso ci aiuta a risparmiare ore di corse disperate e frustrazioni.
2) Capire quando dire di no
Mi sono accorto che, almeno dal punto di vista lavorativo, oscilliamo tra due situazioni. Da un lato quando vogliamo aprirci al mondo e siamo in cerca di nuove opportunità (ad esempio dopo un percorso di studi o quando realizziamo che ci piacerebbe un cambiamento) e dall’altro quando siamo già in corsa su una strada che ci piace (per esempio quando iniziamo un nuovo lavoro o progetto).
Nel primo caso va bene tendere a dire di si a opportunità interessanti, anche se abbiamo dei dubbi (quelli ci saranno sempre). Vogliamo vedere tante cose per poi capire cosa fa per noi.
Invece nel secondo caso, in cui siamo già in corsa, e meglio dire di si a nuove opportunità solo se davvero sono incredibili (che vuol dire praticamente dire quasi sempre di no).
C'è chi trova più facile la prima situazione e chi la seconda, pero è importante rendersi conto se siamo in un momento di apertura o chiusura e comportarci di conseguenza. Io per esempio ora sono in un momento di super chiusura (arrivato dopo un momento di super apertura) e per quanto faccio fatica a dire di no a delle belle opportunità (ma non incredibili) mi tocca farlo (se non si è capito, sto scrivendo questo sopratutto per me… Davide, per ora, devi dire più no!).
3) Meeting in cammino
Chiudo con un piccolo consiglio che spero ci renda più piacevoli le giornate lavorative (e dia un po’ di tregua ai miei occhi). Se abbiamo una giornata con tanti meeting online, possiamo cercare di passarne alcuni alla “modalità camminata”. Intendo banalmente di far presente all’interlocutore che stiamo camminando e quindi di poter comunicare solo tramite audio. Insomma fare una chiamata “alla vecchia” invece che una videochiamata. Può sembrare banale, ma intanto questo approccio aiuta a non affaticare gli occhi, muoversi e stare un po’ all’aria aperta nonostante un lavoro da ufficio. Non male direi.
Cosa ne pensi di questa idea di abbastanza? Se ti va, mi fa piacere sapere la tua opinione e se magari hai qualche consiglio per “rallentare efficacemente” sul lavoro.
Ci leggiamo presto,
Davide
I miei progetti
👉 Life Design Program
Il progetto sta procedendo bene e quest’anno ho in piano diverse iniziative per aiutare ancora di più i professionisti di oggi.
Il 27 Febbraio parte la nuova edizione del Life Design Program. Qui trovi tutte le informazioni se ti interessa candidarti (mancano ancora due posti).
Masterclass: “Come lanciare un side project senza licenziarsi”
Giovedì 15 Febbraio (oggi) organizzo una Masterclass tenuta da Davide Cervellin (con una super carriera alle spalle). Qui trovi tutto.
Libri
📚 Ondario. I movimenti del mare di Sarah Zambello
A metà tra graphic novel, documentario e arte. Quando la descrizione della natura del nostro mondo ci fa viaggiare in altre realtà.
📚 The Pathless Path di Paul Millerd
Un libro molto consigliato a chi sta affrontando un periodo di dubbi e incertezze sul lavoro (tipo chiunque di noi a quanto pare…)
📚 Mind your future. Il coaching al di là del coaching di Massimo Bustreo
Ultimamente ho incontrato tanti “coach”. Dal business coach che ti aiuta a raddoppiare il fatturato al life coach che ti raddoppia l’autostima (ma solo se pensi di meritartelo…). Un libricino semplice me dritto al punto per capire meglio cosa è sto “coaching”.
📚 20th Century Boys di Naoki Urasawa
Un gruppo di vecchi amici di scuola si ritrova a dover salvare il mondo. Mi fermo che è già troppo spoiler. Se ti piacciono i Manga (fumetti giapponesi), te lo consiglio! (Mi è stato regalato da un amico per i 30 anni (grazie!) e pensavo che sono fortunato ad aver ricevuto un fumetto piuttosto che una cravatta (o altre cose che usano le “persone serie”).
Luoghi
Timisoara, Romania
🎒 Viaggiare con i sapori
Nel giro di pochi anni il centro storico si è riempito di ristoranti tipici da tutto il mondo (e sono davvero buoni!). Il mio preferito è stato quello con cucina Balinese (mai trovato da nessuna altra parte… eccetto Bali ovviamente).
🎒 Vivere con l’autista privato
Dopo due settimane ancora mi stupisce il fatto che qui con 2/3€ ordini un Uber (macchina privata con autista) che in 1,5 minuti è sotto casa e ti porta dove vuoi. Non so, qualcosa nel sistema non mi torna… però non si può dire che sia davvero comodo.
🎒 Cultura e ristrutturazioni
Quest’anno Timisoara è stata nominata Capitale Cultuale Europea e per l’occasione ci sono tantissimi eventi interessanti in città. Tra l’altro sono stati accelerati ulteriormente lavori di ristrutturazione di tutti i bei palazzi purtroppo sfigurati negli anni del Comunismo. Di questo passo probabilmente le città della Romania non avranno niente a cui invidiare alle grandi capitale Europee.
Cose interessanti, riflessioni e domande
💡 Cicerando
Per i 30 anni mi hanno anche regalato un super set di carte progettate per imparare a scrivere discorsi efficaci (vabbè non lo so spiegare bene, infatti me lo devo ancora studiare). Però, figo no?
💡 La Città Perduta in Colombia
Nel 1972 in Colombia è stata scoperta la “Ciudad Perdida”, conosciuta anche come Buritaca o Teyuna. Si pensa che risalga all’800’ e l’unico modo per arrivarci è attraverso un’escursione di cinque giorni con più di 1.200 gradini finali (così, per gradire). Non lo so, se vuoi sentirti un po’ Indiana Jones, magari può essere una buona opzione per quest’estate invece di Gabicce Mare (che comunque ha sempre il suo perché).
💡 Strane sindromi (ma molto comuni)
Ti sei mai chiesto se non fossi all’altezza per qualcosa?
Una fotografia
Clienti abituali..
Bazar dei libri usati, Istanbul, Turchia. 2023.
Sostieni la newsletter
Se ti è piaciuta questa newsletter e vuoi supportare il lavoro necessario per realizzarla puoi:
☕ Offrirmi un caffè (senza zucchero nel caso, grazie).
👋 Scrivermi e mandarmi un saluto (sempre apprezzato).
📧 Condividere questa newsletter con qualcuno a cui pensi possa piacere.
Se ti sei perso qualche newsletter passata, puoi vederle tutte cliccando qui.
Se hai suggerimenti, domande o semplicemente per un saluto, rispondi a questa email. Sono contento di sentirti!