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Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto ti basta rispondere a questa email.
Io tutto bene, da inizio mese ci siamo spostati a Bari (Puglia, non Indonesia stavolta). Fin dai primi giorni la città ci ha regalato una bella atmosfera e soprattutto ho verificato per l’ennesima volta che vivere vicino al mare fa una grande differenza per la mia serenità e motivazione (qualche dettaglio in più nella sezione “Luoghi”).
Infatti, sono contento di dirti (anche se probabilmente te ne frega fino ad una certa) che sono riuscito a rallentare sul lavoro e a prendere i mille progetti in cui mi sono buttato con più calma e filosofia (questa newsletter ti arriva dopo più di un mese anche per questo motivo).
Filosofia non a caso! Alla veneranda età di trent’anni mi è partito il trip della filosofia. Nelle ultime settimane, e tuttora, mi sono “intrippato” di video, libri e articoli sulle idee dei più grandi filosofi. Viaggiando così tra Spinoza, Cartesio, Heidegger, Nietzsche e compagnia bella. Magari te ne parlerò in una prossima newsletter, prima devo capire sta storia del libero arbitrio… che se no cosa te la scrivo a fare? (Scherzo… Forse…).
Vabbè, andiamo all’argomento del giorno: “Come fare un servizio di tennis”.
Sarà che sono diverse settimane che non gioco e ne sento un po’ la mancanza, ma oggi voglio raccontarti degli appunti che avevo preso durante una lezione di tennis.
Ti starai chiedendo: “Ma nelle lezioni di tennis si prendono appunti?”. La risposta è che non si prendono (solitamente), però questa lezione di cui ti voglio raccontare l’ho fatta in Thailandia (nello specifico nella bella Chiang Mai) e il tema era “il servizio” (il primo colpo che si dà alla palla per iniziare il gioco per capirci).
Immagina di avere il maestro Miyagi di Karate Kid che invece di “metti la cera, togli la cera” ti insegna a giocare a tennis. Come fai a non prendere appunti? A parte gli scherzi, ecco cosa il buon maestro mi ha detto durante la lezione:
“Il servizio nel tennis è molto facile, è l’unico colpo nel gioco in cui puoi prenderti il tuo tempo, basta che fai così:”
Osserva se sei bene in equilibrio su entrambi i piedi
Fai rimbalzare la pallina 3 volte con la mano, sempre nello stesso punto
I piedi devono indicare il palo sinistro della rete (per servire da destra)
Tendi del tutto il braccio con la pallina
Lancia la pallina verso l’altro tenendola con tre dita
Nel mentre, muovi lentamente la racchetta dietro la schiena
Nel mentre, gira il palmo della mano che lancia verso il campo
Osserva sempre la palla e il punto di contatto con le corde della racchetta
Come con un martello, muovi velocemente il braccio in avanti
Prima il gomito e poi il polso fanno scattare la racchetta come una frusta
Nel mentre, il braccio che ha lanciato la pallina deve finire dietro al corpo
Nel mentre, il braccio con la racchetta segue l’altro braccio. Come se avessi tra le mani un cesto o una sbarra
Nel mentre le spalle ruotano seguendo le braccia
Nel mentre, il piede destro ruota (io sono mancino)
Tutto il peso del corpo va alle dita della mano sinistra fino alle dita del piede destro
Mantieni l'equilibrio per tutto il movimento
Nel mentre, con la coda dell’occhio guarda se la borsa con passaporto, portafoglio e tutto quanto è ancora dove l’hai lasciata nonostante dei ragazzini ci si siano sospettosamente avvicinati (questa è facoltativa)
Ottimo.
Primo, spero che adesso mi ritieni un po’ meno pazzo per aver chiesto di poter prendere appunti durante una lezione di tennis.
Secondo, “FACILE?! Basta SOLO questo per servire? Dai eh Miyagi, non esageriamo!”.
Ovviamente questa bellissima lista di movimenti non ha trasformato magicamente il mio servizio (che continua a fare discretamente pena). Però, anche a distanza di tempo, questa lista mi fa ancora riflettere (e ridere). Quindi, ecco tre riflessioni che ho fatto (spoiler: non c’entrano con il migliorare il proprio tennis):
1) Facilità apparente
Siamo abituati ad avere una soluzione a tutto e ad averla subito. Ogni giorno cerchiamo “tutorial” su come fare questo e quello in 3 semplici mosse o “guide definitive” per imparare qualcosa in 4 minuti e mezzo (il mezzo minuto è di pubblicità).
In realtà, per quanto il servizio del tennis sembri un unico movimento di pochi secondi, è estremamente elaborato e richiede una sincronia che ha quasi dell’assurdo quando si analizza da vicino.
Chissà quant altri “momenti” nella nostra vita hanno queste caratteristiche. Durare un attimo e significare un’eternità. E alla fine non è la stessa cosa anche per la nostra vita? (te l’ho detto che sono un po’ intrippato filosoficamente… eeeeh, è andata così…).
2) Cosa è sotto il tuo controllo?
Rileggendo le indicazioni del maestro mi ha colpito l’idea che il servizio sia “facile” perché sotto il nostro controllo. Nel servizio non c’è un avversario imprevedibile con cui fare i conti e possiamo “prenderci il nostro tempo”.
Durante la lezione facevo l’errore di iniziare a servire e poi subito guardare al campo avversario, a dove la palla sarebbe caduta. Volevo sapere se il mio servizio sarebbe stato buono o meno. Normale, no?
E invece, lo sguardo deve rimanere sull’impatto tra pallina e racchetta! Perché? Perché è l’unica cosa sotto il nostro controllo. Una volta che la pallina lascia le corde della racchetta, non possiamo più farci niente. Non sarà certo il nostro sguardo crucciato a far deviare la palla dove vogliamo.
E anche qui, quante volte nella vita ci concentriamo sopratutto sui risultati e non sulle azioni sotto il nostro controllo? Dedichiamo più tempo a controllare i “like” sui social rispetto alla qualità di quello che scriviamo. Ci impegniamo di più a cercare un nuovo lavoro pagato meglio che a imparare e accrescere le nostre competenze.
Il problema è che i like, i soldi, il riconoscimento… non sono sotto il nostro controllo. E come per il servizio nel tennis, se ti concentri più sui risultati che sul processo, tutto diventa difficile e incerto (e ci aggiungerei anche stressante).
3) Equilibrio
Un’altra cosa che ho notato è che il primo e ultimo punto della lunga lista di indicazioni fanno riferimento all’equilibrio. Iniziare e finire in equilibrio.
Per fare una cosa “bene” non è importante solo come la fai, il momento in cui sei in azione, è necessario anche partire da una situazione di equilibrio e accertarsi di ritornarci alla fine.
A volte ci ritroviamo a dare tutta l’attenzione su come “fare bene” e ci scordiamo di chiederci prima di iniziare “Come sto? Sono nelle condizioni giuste per partire?”. Inoltre, la ricerca dell’equilibrio alla fine ci permette di continuare verso la prossima azione senza cadere. Perché se riesco in un’impresa incredibile e ottengo un bel “successo”, ma poi alla fine sono senza energie e non posso più fare altro… è stato veramente un successo?
Insomma, spero che tu abbiamo trovato queste riflessioni interessanti anche se non sei un super patito di tennis. Come sempre, se hai qualsiasi commento mi fa piacere parlarne insieme (basta rispondere all’email).
Ci leggiamo presto,
Davide
I miei progetti
👉 Life Design Program
Masterclass con Leonardo Dri - “Ego. Workshop di decrescita personale.“
Mercoledì 10 Aprile abbiamo organizzato una nuova masterclass su un argomento tanto controverso quanto fondamentale sul lavoro (e non): come fare i conti con il nostro Ego. Qui trovi tutti i dettagli sull’argomento e per partecipare. (come sempre, c’è un super sconto per gli alumni del Life Design Program).
A proposito di successo! Se non sei ancora iscritto alla newsletter del Life Design Program, puoi recuperare subito l’ultimo pezzo in cui parliamo proprio di “cosa significa successo” (dilemma per nulla banale).
Libri
È vero che è passato più di un mese dall’ultima newsletter, però almeno mi sono ritagliato un bel po’ di tempo per leggere 🤓
📚 Volere troppo e ottenerlo. Le nuove regole della negoziazione di Chris Voss
Un libro molto americano e molto “cinico” in cui un ex negoziatore di ostaggi dell'FBI racconta come negoziare nella vita efficacemente. Molto diretto e pratico (astenersi amanti del peace&love).
📚 Blue Mind di Wallace J. Nichols
Finalmente un libro di un ricercatore che dimostra come mai stare vicino o dentro l’acqua ci fa sentire così bene. A quanto pare il mio rasserenarmi guardando il mare non è una cosa così strana, anzi.
📚 La ricreazione è finita di Dario Ferrari
Un bel romanzo di formazione che unisce dentro di sé la storia di due generazioni a confronto. Il mondo di oggi, dei giovani apparentemente senza ideali, contro il mondo di ieri, dei giovani che negli ideali ci si sono buttati (e a volte persi).
📚 Ego. Manuale di decrescita personale di Leonardo Dri
Si, stai leggendo bene. Il buon Leonardo è lo stesso della masterclass del Life Design Program che ti dicevo prima. Se ultimamente ti senti un po’ al centro del mondo, questo libretto ti aiuta a tornare con i piedi per terra.
📚 Le delizie della signorina Ashikawa di Juko Takase
Ormai leggo i romanzi di autori giapponesi quasi come una medicina: 10 pagine al giorno da assumere a mente piena prima di coricarsi. Questa abilità di essere leggeri e pesantissimi allo stesso momento mi stupisce sempre.
📚 Tasmania di Paolo Giordano
Un mix tra romanzo introspettivo, un po’ di nichilismo e un appello per il cambiamento climatico. Un racconto molto autentico e vissuto a pieno.
Luoghi
🎒 Bari
Bari mi è sembrata fin da subito un ottimo compromesso tra una città metropolitana, dove ogni giorno c’è un evento diverso, e un paese, dove ogni giorno c’è sempre il solito mare (e va bene così).
Mi ha colpito il cibo e lo street food, non è facile da trovare così diffuso in una città Italiana ad oggi. Inoltre, è affascinante passare in pochi minuti dalle viuzze labirintiche della città vecchia ai grandi viali e palazzi liberty della città nuova.
🎒 Dintorni di Bari
Polignano a Mare e Monopoli
Non me ne vogliano i locals, ma li metto insieme perché le ho visitate nello stesso giorno e ci ho visto un po’ di similitudini. Centro storico d’effetto e vista sul mare mozzafiato. Unica pecca, soggettiva, entrambe molto turistiche perfino a Marzo (non voglio immaginare come sarà in estate!).Trani
La cattedrale sul mare penso sia uno degli edifici più suggestivi che abbia mai visto in Italia (Colosseo, Torre di Pisa e compagnia bella inclusi).
Alberobello
Sembra di essere in un film di fantasy. Una città surreale con oltre 1.500 trulli (case di pietra). E tutto ciò non è dovuto ad un incredibile piano strategico per creare una meraviglia architettonica, bensì dobbiamo ringraziare una delle forze generatrici che da secoli spinge l’uomo, soprattutto in Italia, a dare il meglio di sé: cercare dei modi per non pagare le tasse (leggere per credere).Ostuni
La città bianca, ultima della lista, ma non meno suggestiva delle altre. Un bellissimo borgo tra le colline del Salento.
Cose interessanti, riflessioni e domande
💡 Eremiti moderni
Un certo Martijn Doolaard si è fatto dall’Olanda a Singapore in bici, e da due anni ha deciso di trasferirsi sulle montagne piemontesi dove si è fatto una casa (letteralmente). I suoi video sono una di quelle cose che si potrebbero guardare per ore senza motivo e allo stesso tempo con tutti i motivi del mondo.
💡 Panini d’alta classe
Il nome “sandwich” deriva da un aristocratico del 18° secolo: John Montagu, IV conte di Sandwich. Notizia inutile, ma sfiziosa.
💡 Lavoro e passione
Il mio recente perdermi nella filosofia è partito proprio con i video del divulgatore Rick DuFer. Te ne lascio uno che mi è piaciuto sul tema lavoro e passione:
Una fotografia
Famiglia.
Jakarta, Indonesia. 2018.
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