#6: La notifica che fa traboccare lo schermo
Un giovane apprendista calzolaio, stanco della vita faticosa e ripetitiva di bottega, decise un giorno di mettersi in viaggio verso l'oscuro castello da cui la principessa non faceva più ritorno...
Ciao,
oggi voglio condividere con te una riflessione sull’utilizzo della tecnologia.
Molte app e siti che usiamo tutti giorni sono progettati per creare un’esplicita dipendenza. Facebook, Instagram e LinkedIn sono alcuni esempi che mi vengono in mente. E non si parla solo di social network, ma anche di Amazon, dove compriamo ormai di tutto, o di WhatsApp, dove ogni giorno scriviamo a qualcuno.
Siamo di fronte a una crescita mai vista prima di fonti di distrazione progettate appositamente per non passare indifferenti. È molto difficile non cadere in una spirale di azioni che sul momento ci fanno sentire bene, come mettere mi piace a una foto o comprare qualcosa che costa poco ed ecc, ma che in realtà non abbiamo scelto consapevolmente.
In media una persona passa 2 ore la giorno sui social. Tu dirai beh, due ore, non è che poi mi cambiano la vita. Da un certo punto di vista è vero, due 2 al giorno sui social ci permettono di avere comunque abbastanza tempo per fare un sacco di cose. Però, riflettendoci meglio, supponendo di dormire 8 al giorno, in un anno sono 45 giorni. Esatto hai capito bene, 45 giorni pieni, dalle 8 di mattina fino a mezzanotte sempre sui social (e se contiamo anche un po’ di tempo per mangiare e bisogni fisiologici, potrebbero anche essere di più). Più di 6 settimane, su Facebook, Instagram e compagnia bella. Ora forse sembra un po’ più importante drastica la situazione.
Potrai pensare ora:“si, ma non è tempo perso, sui social restiamo connessi con persone che altrimenti non sentiremmo ecc…”
È vero. Infatti, penso che siano uno strumento incredibilmente potente. Aggiungersi su Facebook e poter facilmente rimanere in contatto con persone in tutto il mondo, è una cosa che ha del magico e dobbiamo essere grati di avere questa possibilità. Però, come ogni strumento a nostra disposizione, bisogna capire come usarlo per non rischiare che ci faccia più danni che altro.
Vabbè, detto ciò (cose che non ti saranno particolarmente nuove immagino), ho cercato di fare un piccolo passo in più e pensare a come migliorar la situazione. Partendo da strategie che ho applicato tempo fa su di me e che hanno funzionato (nel mio caso ovviamente) e altre idee che penso che potrebbero essere utili per molti, ho cercato di selezionare le migliori.
Iniziative per un utilizzo più consapevole (e meno nocivo) dei social network (ma in generale di qualsiasi strumento digitale):
Conoscere prima di utilizzare
Per non cadere nelle centinaia di trappole psicologiche disseminate nelle app che usiamo è fondamentale capire come funzionano le abitudini, che a volte si trasformarono in dipendenze, e agire sui “trigger”, ciò che ci spinge a fare un’azione (consiglio il libro “Il potere delle abitudini“ di Duhigg per approofondire).
Ad esempio, disabilitare le notifiche dal telefono o ancor meglio disinstallare le app e accedere solo da browser ai social, rende più complicato e quindi meno “attraente” passare tempo a far scorrere le immagini e parole su qualche app.Tutelare le persone
Bisognerebbe tutelare gli utenti. Le società tecnologiche dovrebbero tenere informati gli utenti sull’utilizzo dei loro prodotti digitali e inviare degli avvertimenti quando l’utilizzo inizia ad avere le caratteristiche di una dipendenza.
Sicuramente questo andrebbe contro gli interessi finanziari della società tecnologiche e quindi potrebbe essere un requisito legale che tutti le aziende dovrebbero rispettare.
Se mangiamo troppo e male, è probabile che il nostro medico ci avverta dei rischi. Se spendiamo troppi soldi la banca inizia a chiamarci e accertarsi che vada tutto bene. Ma se passiamo 6 settimane all’anno sui social, chi ci chiama?Informazione libera e indipendente
Si potrebbe fare una raccolta dei principali siti e app utilizzati dalle persone e creare una misurazione del loro “potenziale di dipendenza”. Quanti escamotage psicologici usano? Ci sono dei limiti che salvaguardano gli utenti? Quanto tempo le persone ci passano in media? Quale percentuale degli utenti diventando poi dipendenti?
Non mi stupire sei un domani prima di accedere a Facebook comparisse un avvertimento sul monitor che dice “Attenzione, l’utilizzo di questo software nuoce alla salute. Una mamma su tre non riesce a resistere alla tentazione di condividere le foto dei suoi figli” Un po’ come le sigarette no? (Ovviamente sarebbe solo una strategia per rendere ancora più “cool” essere sui social).
Direi che anche oggi ho raggiunto un livello di complottismo più che sufficiente.
Tu che ne pensi? Hai qualche altra idea per migliorare l’utilizzo di queste tecnologie?
Ci leggiamo presto,
Davide
Libri
Lucertola di Banana Yoshimoto
Una raccolta di sei racconti dove i protagonisti si ritrovano in un momento di necessario cambiamento delle loro vite. Probabilmente è proprio la natura umana che ci spinge ad un continuo cambiamento.The Bitcoin Standard di Saifedean Ammous
Il valore del Bitcoin è in continua crescita, ma c’è molto di più rispetto al semplice lato speculativo.
Relativamente da poco tempo abbiamo abbandonato l’utilizzo di una “moneta merce”, cioè con un valore intrinseco dato dalla sua scarsità, come l’oro per esempio. La moneta che utilizziamo oggi può essere emessa (creata) senza grande sforzo dagli stati e banche centrali. Questo implica la perdita di controllo degli individui sul valore dei propri soldi.
Il Bitcoin, per sua natura intrinseca, non può essere controllato da nessun ente centralizzato ed esiste un limite definito, non modificabile, di Bitcoin possibilmente in circolazione.
Grazie a questa innovazione tecnologica si potrebbe tornare a un economia basata sul valore scambiato tra le persone, non manipolate da decisione politiche prese dall’alto.
Cose interessanti, riflessioni e domande
Allenarsi ad avere idee
Da qualche settimana sto sperimentando come far diventare la pratica di avere idee un’abitudine. Sono convinto che oggi siamo portati ad avere sempre meno idee (in generale pensare meno) nonostante nascondano un potenziale incredibile.
Ho scritto un articolo per approfondire la questione (puoi leggerlo qui).Dal Pakistan un passo alla volta (con le scarpe giuste)
Ho scoperto una bella storia (ti lascio il link qui). Una giovane coppia dal Pakistan si pone la folle sfida di andare in Silicon Valley e lanciare un nuovo brand di scarpe. Con la giusta attitudine e costanza, chiunque può realizzare cose incredibili (grazie a un lettore della newsletter in particolare per questo suggerimento!)Una sola “semplice” domanda…
Cambiare è spaventoso, ma non cambiare dovrebbe esserlo molto di più.
Una fotografia
Liberi di avere limiti.
Mantova, Italia. 2019.
Se hai suggerimenti, domande o semplicemente per un saluto, rispondi a quest’email. Sono contento di sentirti!