#64: Cosa fai nella vita?
C'era un posto dove solo il 2,7% della popolazione aveva il dono della vista
For my English speaking friends, click here for the translated version
Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto ti basta rispondere a questa email.
Io sto bene, in questo caldo mese di Agosto sono tornato di base a Bergamo e ho passato 5 giorni nella bella Praga (ti lascio qualche dettaglio in più nella sezione “Luoghi“).
Nelle ultime settimane ho letto e riflettuto parecchio sul concetto di “lavoro”. Strano visto il periodo estivo, ma è andata così. Forse sarà che quando rallenti è più facile far emergere certe riflessioni. Ma vabbè, poco importa in realtà, provo invece a condividerti alcuni spunti sul tema.
Il punto principale è che, oggi più che mai, viviamo in una società in cui il “lavoro” è al centro delle nostre vite (almeno per quanto riguarda il mondo occidentale).
Però, prima di andare avanti, è importante dare una definizione al “lavoro”. Eh si, la parola lavoro può avere tanti significati. Ad esempio, con una definizione generica, potremmo intendere qualsiasi attività in cui si crea, si dà forma, si plasma, ecc. Altrimenti, il lavoro potrebbe essere legato all’impiego di energia e risorse per ottenere un prodotto o servizio. Però, per quanto riguarda i ragionamenti di questa newsletter, prenderemo una definizione più specifica e abbastanza diffusa di “lavoro”. Parlo del lavoro come un contratto tra due parti in cui si concorda una retribuzione in cambio di un prodotto o servizio. Insomma, quella definizione che molto spesso usiamo quando chiediamo a qualcuno “che lavoro fai?” o “di cosa ti occupi?”. Che, forse, sotto sotto, potrebbe anche essere un “come guadagni i soldi che servono per sopravvivere e per essere una persona degna della nostra società?”.
Dicevamo… il lavoro è diventato il centro della nostra vita. È veramente così?
Io, fino a poco fa, avrei detto di no. O meglio, magari in alcuni casi estremi di “dipendenza dal lavoro” può anche essere così, ma non in generale. Alla fine tutte le persone che conosco non lavorano sempre, anzi, fanno anche tante altre cose.
Però, questa mia visione ottimista e un po’ ingenua ha iniziato a vacillare leggendo dei libri a riguarda (ad esempio questo) e notando l’approccio che spesso usiamo quando non stiamo lavorando. E questo periodo estivo, in Italia tradizionalmente di ferie, me lo ha confermato.
Quando non lavoriamo spesso facciamo in modo di “rilassarci” e recuperare energie in vista del momento in cui riprenderemo il lavoro. Oppure, quando non lavoriamo, cerchiamo di migliorarci, di imparare nuovi concetti e acquisire competenze… spesso con il fine di diventare lavoratori migliori. Insomma, più spesso di quanto pensassi il tempo di “non-lavoro” è in realtà in funzione delle ore che poi passeremo a lavorare, a essere produttivi e retribuiti.
Infatti, oggi più che mai cresciamo con una forte avversione per tutto ciò che non abbia un fine, un motivo, un’utilità. Anche gli hobby e passioni sono sempre più associati al “migliorare se stessi” o “stare meglio” (che ci mancherebbe, sono obiettivi importanti da darsi). Però, è davvero tutto qui? Tutto quello che facciamo ha senso solo se utile?
Il nostro avvicinarci così fortemente al valore del lavoro penso sia molto accentuato anche dal modello capitalista in cui viviamo. Massimizzare la produzione di beni e servizi significa massimizzare i consumi, ed è ecco che anche il nostro “tempo libero” è inesauribilmente spinto verso il consumo di prodotti, esperienze, servizi, ecc. Assorbiamo l’idea che tutto ha un prezzo. Che da un parte ci lascia la promessa di poter aver tutto, senza limiti. Dall’altra, per qualsiasi cosa abbiamo bisogno di soldi, perché alla fine qualcuno lo devo pagare sto prezzo. E quindi ecco che la nostra fonte di guadagno, il nostro lavoro, diventa il nostro unico motore per muoverci nel mondo.
Infine, mi sono soffermato a riflettere su quanto il lavoro che facciamo (e connessa aspettativa sui guadagni monetari) venga preso come metro di giudizio nella nostra società. Quando incontriamo qualcuno è ormai consuetudine chiedere subito “cosa fai nella vita?”. E se la nostra risposta è “manager d’impresa” (o altri titoli che suonano bene nel mondo del lavoro) o “commesso” (o altri titoli che suonano meno bene) la reazione delle persone cambia di molto. Di fatto, almeno nei rapporti più superficiali, siamo identificato con la nostra professione. E figuriamoci chi il lavoro non lo ha proprio (per propria scelta o meno) come viene considerato. Un debole, un fallito o quantomeno una persona un po’ strana.
Ecco perché ho iniziato a concordare sempre di più con l’idea che il lavoro è diventato il centro della nostra vita.
Però, è importante ricordare che non deve essere per forza l’unica prospettiva da seguire. Anzi, questa idea si è diffusa relativamente di recente nella storia dell’uomo. Fino a qualche secolo fa il “lavoro” aveva una connotazione prettamente negativa. Era un’attività che si svolgeva solo in caso di necessità a cui chiunque avrebbe fatto felicemente a meno. Il lavoro era sempre in funzione di qualcos’altro di più importante, mai fine a se stesso.
Oggi invece ci ritroviamo in un processo già disegnato che fin da bambini ci porta a diventare sempre più “formati” e pronti al mondo del lavoro. Così, perché alla fine bisogna lavorare e sarebbe da pazzi metterlo in dubbio.
Quindi, cosa possiamo fare per allontanarci (o almeno bilanciare un pò) la tendenza a mettere il lavoro/produttività al centro della nostra vita? Provo a lasciarti qualche idea.
1 - Fare attività senza un fine
Qual è l’ultima attività che hai fatto senza nessun motivo pratico o utilitaristico? Quando hai fatto qualcosa semplicemente perché era bello farlo? O senza nessun perché? Se stai facendo un po’ fatica a trovare un’attività di questo tipo, beh, direi che è arrivato il momento di farlo accadere. Non serve fare qualcosa di grande, anzi, prendi e cammina, balla, canta, scrivi, guarda, respira… insomma, quello che vuoi tu, basta che non ci sia un motivo.
2 - Fare una lista di attività che ci piacciono (tanto) e non richiedono soldi
Prova a pensare a cosa ti piacerebbe fare se avessi tempo e energie. Spesso atterriamo su idee che necessitano un costo (e a volte anche parecchio elevato). Viaggi in aereo, concerti, corso di qualcosa, ecc. Non c’è niente di male ovviamente, ma se i nostri desideri sono tutti a pagamento, sarà molto difficile distaccarsi dall’idea che i soldi (e il modo in cui ce li procuriamo) siano fondamentali per noi. In realtà, se ci pensiamo bene, i nostri ricordi più belli sono spesso legati a attività semplici, autentiche e… gratis!
3 - Non scappare dalla noia
A quanto pare oggi “non fare nulla” può essere un atto di rivolta. Ma tralasciando ideali e politica… ti consiglio di provare. Prova a non cedere all’abitudine di distrarti appena hai un minuto libero. Quando ti capita di non sapere cosa fare, aspetta, fermati e… non fare (almeno per un po’ dai). Lo so, può sembrare stupido e dare un strano senso di irritazione. Però, pensaci, quanto è triste vivere sapendo di non riuscire solo a stare con noi stessi? Come possiamo davvero far qualcosa se non sappiamo neanche “non fare niente”?
4 - Non chiedere alle persone “cosa fanno nella vita” appena le conosci
Ormai è una diffusa consuetudine sociale, però non fermiamoci a questo. Con un po’ di sforzo possiamo pensare a decine di domande più interessanti di “cosa fai nella vita?”. Anche solo aggiungere una parola, “cosa ti piace fare nella vita?”, fa tutta la differenza del mondo. E la cosa bella non è solo il ricevere risposte interessanti quando conosciamo qualcuno per la prima volta, ma è il ricordarci che nonostante la società ci spinge a pensare, non siamo il nostro lavoro.
5 - Non siamo il nostro lavoro
Diciamocelo, scriviamolo e ripetiamocelo. Ovviamente non c’è niente di male a svolgere un lavoro, ci mancherebbe. Pochi di noi hanno la fortuna di poter evitare di lavorare. Ed è giustissimo cercare di trovare un lavoro che ci piaccia, che non sia solo un modo di “pagarci le spese”. Però, nel tentativo di trovare un buon lavoro, è importante ricordarci che noi siamo e saremo sempre molto di più di quell’etichetta, quel ruolo e quelle responsabilità. È un attimo passare dal “lavoro come X perché Y” a “Sono X”.
Spero siano state interessanti queste riflessioni sul concetto di lavoro e di come questo definisce, volenti o nolenti, le nostre vite. Tu cosa ne pensi?
Ci leggiamo presto,
Davide
I miei progetti
👉 Life Design Program
A metà settembre terrò l’ottava edizione del Life Design Program! Se sei un periodo con un po’ di dubbi su lavoro, carriera, passioni, scelte… Se hai voglia di confrontarti con me e altri professionisti, beh allora sentiamoci per parlarne.
Libri
📚 Avere o essere? di Erich Fromm
Un bellissimo saggio del 76’ e che è oggi più attuale che mai. Quante volte ci concentriamo più sono cosa abbiamo che su chi siamo? Quante volte pensiamo che il problema sia qualcosa che ci manca e non che siamo noi a mancare?
📚 L'anomalia di Hervé Le Tellier
Uno dei racconto surreali più reali che abbia letto negli ultimi anni. Se ti sei mai perso a pensare a mondi alternativi, te lo consiglio vivamente.
📚 Agguato Creativo di Matteo Di Pascale
Sicuramente non il solito manuale sulla creatività. Una visione dell’autore molto personale e legata al suo vissuto. Bello per aprire gli occhi sulla creatività. Bello per poi richiuderli e non capirci niente comunque.
📚 Java Road di Lawrence Osborne
Un giallo psicologico ambientato ad Hong Kong. Un bello spaccato di una megalopoli complessa e affascinante.
📚 The Four Tendencies di Gretchen Rubin
Come reagisci quando sai di voler o dover fare qualcosa? L’autrice ha identificato 4 categorie di persone che definiscono come tutti noi reagiamo rispetto alle aspettative della vita. Ero un po’ scettico di un modello che classifica tutto il mondo in quattro scomparti. Però, una volta letto il libro… oh torna tutto, pazzesco!
📚 Una cosa divertente che non farò mai più di David Foster Wallace
Questo cinico e controverso scrittore decide di partecipare ad una crociera extra lusso per 7 giorni. Dal suo diario di viaggio nasce questo racconto estremamente esilarante. E tra una risata e l’altra emerge tutta l’ipocrisia, superficialità e materialismo dei nostri tempi (insomma, fa ridere, ma anche riflettere).
Luoghi
Praga
🎒 Un orologio per domarli
Un po’ cliché, ma la prima cose che mi è rimasta impressa di Praga è il famoso orologio astronomico e scoprire che nel 1400 già ti diceva con precisione che ore sono, in 3 diversi sistemi di misurazione del tempo, dov’è il sole e la luna, qual è onomastico di oggi e altre mille cose. Altro che smartwatch.
🎒 Librerie Kafkiane
Altra cosa affascinante, almeno per me, è l’atmosfera di libri che respira in alcuni quartieri di Praga. Sarà perché ci sono rimandi a Kafka dappertutto, sarà perché storicamente a Praga sono cresciuti tanti grandi scrittori… non lo so, però la mia impressione è che si potrebbe passare una settimana tra le librerie di Praga e rimanere molto soddisfatti di cosa si è visto nel viaggio.
🎒 Una capitale moderna (e costosa)
6 anni fa ero stato a Praga e mi aveva colpito quanto fosse economica rispetto ad altre capitali Europee. Beh, è finita la pacchia. Ora anche Praga, se ti adagi a fare il turista, non ti risparmierà (letteralmente).
Cose interessanti, riflessioni e domande
💡 Disegna con le parole
Su questo sito puoi tracciare linee fatte di parole. Non so bene a cosa serva, però ti dà una strana sensazione di soddisfazione. Cliccare per credere.
💡 “Ciao, torno via fiume”
A Berna, in Svizzera, (e chissà in quanti altri posti nel mondo) quando fa abbastanza caldo ci si tuffa nel fiume cittadino e lo si usa come mezzo di trasporto. Bellissimo!
💡 Davvero vogliamo essere felici?
Questa psichiatra ci da una visione diversa dal solito a riguardo.
Una fotografia
Livelli.
Pico Ruivio, Madeira, Portogallo. 2021.
Sostieni la newsletter
Se ti è piaciuta questa newsletter e vuoi supportare il lavoro necessario per realizzarla puoi:
☕ Offrirmi un caffè (senza zucchero nel caso, grazie).
👋 Scrivermi e mandarmi un saluto (sempre apprezzato).
📧 Condividere questa newsletter con qualcuno a cui pensi possa piacere.
Se ti sei perso qualche newsletter passata, puoi vederle tutte cliccando qui.
Se hai suggerimenti, domande o semplicemente per un saluto, rispondi a questa email. Sono contento di sentirti!
Consigli che vanno controcorrente, perciò mi piacciono molto.