#65: Nel mezzo del cammin
C'era un posto dove per guidare una macchina servivano quattro persone
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Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto ti basta rispondere a questa email.
Io tutto bene, da inizio Settembre siamo nella bella città di Senigallia e ci stiamo godendo, anche un po’ inaspettatamente, i tanti eventi, ristorantini e passeggiate in spiaggia.
Tutto bene, è vero, però è anche un periodo di grande cambiamento per me. Sul lavoro si è concluso un grande progetto che avevo in corso da freelance e ho deciso di dedicarmi a tempo pieno sul mio Life Design Program! Sono molto contento di essermi finalmente “buttato” in qualcosa di imprenditoriale, qualcosa che sento mio, e a modo mio. Sono anche molto spaventato perché il modo di lavorare e l’incertezza da gestire sono decisamente diverse da prima. Però bello. Insomma, si vedrà.
Anche a livello personale sto cercando casa con la mia ragazza. Eh si, anche i nomadi a volte sentono il bisogno di una base a cui tornare dopo i lunghi e intensi viaggi. Senigallia ci è piaciuta così tanto che è proprio qui che stiamo cercando casa e anche questo è un processo lungo e impegnativo.
Vabbè, direi basta con i fattacci miei… Passiamo al tema del giorno. Ispirato da questi cambiamenti che sto vivendo, ho iniziato a concepire che la nostra soddisfazione e benessere non dipendono dal risultato, ma dal processo. Ok, un po’ contorta come frase, ma provo ad approfondirla.
Fin da bambini siamo spesso portati a pensare in termini di risultati. Voglio raggiungere quel traguardo, ottenere quella cosa, diventare questo e quello, ecc. E, una volta definito l’obiettivo, cerchiamo la strada più efficiente per arrivarci. Tutto abbastanza lineare fin qui, no?
Tutto bello, peccato che in quanto esseri umani limitati questo approccio non sempre funziona. Anzi, purtroppo (o per fortuna) quasi mai. Provo a riassumere alcuni dei motivi:
Non siamo bravi a capire cosa vogliamo veramente. Noi pensiamo che saremo felici e soddisfatti quando avremo quel lavoro migliore, quella casa, macchina, matrimonio, ecc. La realtà, è che una volta arrivati lì non lo sappiamo se ci troveremo bene o quel sogno diventerà una grande delusione. Il più delle volte l’entusiasmo passa in fretta e per distrarci ci poniamo un altro obiettivo.
Non siamo bravi a stimare quali obiettivi riusciremo a raggiungere e quali no. Non solo il raggiungimento dei nostri obiettivi non è una garanzia di serenità e felicità, ma spesso non li raggiungiamo proprio. Un po’ perché a volte sono troppo ambiziosi per essere raggiunti, un po’ perché a volte la vita si mette di mezzo e ci blocca la strada.
Non siamo bravi a rinunciare a qualcosa su cui abbiamo già investito. C’è poco da fare, tutti noi fronteggiamo ogni giorno centinaia di bias cognitivi che ci aiutano a non impazzire, ma che a volte ci allontanano della serenità che cerchiamo. Uno dei bias più forti che abbiamo è l’”avversione alla perdita”. Odiamo perdere qualcosa che abbiamo più di quanto ci piaccia ottenere qualcosa che non abbiamo. Questo implica che una volta che ci poniamo un obiettivo e iniziamo a impegnarci per raggiungerlo, anche se ci accorgiamo che quella strada non fa più per noi, sarà molto difficile rinunciare ai progressi fatti e prenderne un’altra.
Ecco perché mi sto convincendo che convenga ribaltare completamente l’approccio. Smettere di vedere il processo, la strada, come un mezzo per raggiungere l’obiettivo, la meta. Bensì, il contrario. L’idea è di darsi un obiettivo non con lo scopo di raggiungerlo, ma principalmente per capire quale strada prendere. Quale processo seguire in questo momento. Ragiono su dove voglio essere tra 2, 5, 10 anni non per poi far di tutto per arrivare lì (machennesò io di cosa vorrà fare il me del futuro). Lo faccio per capire cosa è meglio fare oggi, questa settimana, questo mese.
Ok, è ancora tutto un po’ troppo teorico probabilmente. Provo a contestualizzare con un esempio che sto vivendo al momento.
Prendiamo l’obiettivo di “trovare casa”. Il processo più efficiente e rapido che mi viene in mente per raggiungere questo obiettivo sarebbe stato scegliere la città, tra quelle che conosco, che più si avvicina alle mie necessità, cercare una zona in cui i prezzi sono in linea con il mio budget, vedere un po’ di case e poi scegliere la migliore tra quelle trovate. Tutto bello sulla carta, ma mettiamo il caso (neanche così improbabile) che qualcosa vada storto nel piano. Tra le città che conosco nessuna mi piace granché, o magari non posso permettermi nessuna casa decente nella città scelta, o magari trovo la casa “giusta” e poi all’ultimo non è più sul mercato. In tutti questi casi, non ottenendo l’obiettivo, mi sentirò frustrato, ancora più in ansia di trovare una soluzione e con difficoltà a cambiare il mio piano (con tutta la fatica fatta spulciare annunci e valutare quartieri, figurati se ora non continuo a cercare). Mi guarderò indietro e mi sembrerà di aver “investito tempo senza aver ottenuto nulla”.
Cosa abbiamo fatto invece io e le mia ragazza. Ci siamo detti: “non sappiamo bene dove vogliamo prendere casa, però ci piace stare al mare e ci sono un bel po’ di città che, almeno in teoria, ci ispirano. Proviamo a stare qualche settimana in ognuna di queste e vediamo come va. Comunque l’idea di girovagare in posti belli ci piace no?”. E così abbiamo fatto. Con l’obiettivo di “trovare casa”, siamo partiti dalla Puglia e ci siamo fatti tutta la costa Adriatica fino alle Marche nel giro di 3/4 mesi.
È l’approccio più veloce e conveniente? È stato a prova di imprevisti ed errori? Decisamente no! (infatti questo non vuole essere un consiglio da replicare per nessuno, anzi). Però, nel nostro caso, è stato un processo che abbiamo scelto perché ci piaceva a prescindere dal risultato (trovare casa) e infatti, anche se è passato un po’ di tempo, non l’abbiamo ancora trovata. Diverse città che pensavamo fossero giuste per noi, alla fine non lo erano così tanto. Alcune sono bellissime, ma troppo poco collegate. Altre troppo costose. Insomma, l’obbiettivo non è ancora raggiunto, però, se mi guardo indietro, questi 4 mesi sono stati molto belli, pieni di esperienze e avventure indimenticabili.
E lo stesso vale anche sul lavoro. È giusto porsi degli obiettivi per capire che tipo di lavoro vogliamo, quanto guadagnare, con quali condizioni e ecc. Però, tutto questo deve essere “solo” un aiuto a scegliere una strada che ci piaccia e appassioni, qualcosa che abbia senso per noi adesso. Non un sacrificio sull’altare del “eh, ma quando sarò lì poi ne sarà valsa la pena”. E questa strada che per noi ha senso a prescindere dal risultato, non è detto che sia quella più battuta, veloce e consigliata… anzi.
Ecco, questa è la grande differenza che vedo tra puntare ad “arrivare alla meta il prima possibile” o “andare verso una meta nel modo migliore possibile”.
Se vogliamo usare una frase fatta, ma che alla fine mi piace sempre molto: “Ciò che conta è il viaggio non la meta”. Sono convinto che verso la fine delle nostre brevi vite, non ci importerà granché dei tanti “trofei” accumulati, ma di cosa abbiamo fatto, o non fatto, per raggiungerli.
Ci leggiamo presto,
Davide
I miei progetti
👉 Life Design Program
Workshop gratuito di Life Design con gli amici di Cosmico
E dopo un anno, 8 edizioni e più di 50 professionisti con cui ho condiviso un bel percorso, sono contento di condividere quello che ho appreso in un webinar gratuito ospitato dagli amici di Cosmico. Il workshop sarà Giovedì 10 Ottobre alle 12:30 —> Clicca qui per info e iscrizioni.
Si è aperta una nuova edizione del Life Design Program
La #9 edizione del Life Design Program partirà ad inizio Novembre (qui trovi tutte le informazioni se ti interessa candidarti).
Libri
📚 La fine dei social di Mario Moroni
Una raccolta di interessanti riflessioni su come i social sono cambiati, stanno cambiando e ci stanno cambiando.
📚 Messia di Dune di Frank P. Herbert
Non mi ha emozionato come il primo libro, però una volta entrati nel mondo di Dune è difficile uscirne.
📚 Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki
Bellissimo e stranissimo romanzo. Lungo, calmo, inaspettato, filosofico senza volerlo essere. Non so bene come descriverlo in realtà, ma sicuramente non posso che consigliare di leggerlo.
📚 The Refusal of Work di David Frayne
Uno dei libri che più mi ha fatto riflettere sul concetto di lavoro e come sta cambiando. Mi ha fatto capire quante cose davo per scontato solo perché “fanno tutti così” e come queste credenze fossero molto limitanti e tossiche per la mia carriera (e vita).
📚 In mezzo al mare. Sette atti comici di Mattia Torre
Fa ridere forte. Non sorridere tra te e te mentre leggi. Fa proprio ridere, bene e forte.
Luoghi
🎒 Festival Frequenza Umana, Padova, Italia
A inizio Settembre ho partecipato a questo festival. Due giorni con tenda in un bel parco e con centinaia di persone a parlare di natura, benessere, lavoro, spiritualità, yoga, “massaggi strani che il naso è connesso direttamente al fegato”, “come curarsi con la voce”... e altre discipline di questo tipo. Bello per aprirsi a idee e persone che non trovi spesso in un parco a Padova.
🎒 Senigallia, Italia
Come ti ho detto all’inizio, siamo di base qui da poco più di un mese e ci troviamo davvero bene. Forse troppo bene. Stranamente bene. Ma è così. E non sappiamo bene l’esatto perché. Sicuramente non è la città più appariscente o incredibile tra le tante che abbiamo vissuto. Però, nel suo essere piccola ma non troppo, con poche librerie ma molto belle, con eventi a cui non volevi andare ma che alla fine non puoi non finirci in mezzo… ci piace. E come dicono i Senigalliesi, “non ditelo troppo in giro che si sta bene qui”.
🎒 Corinaldo, Italia
Non avevo grandi aspettative. Ma quando mi sono ritrovato sulle mura di questo borgo medievale circondato dalle colline… beh, ho capito perché dicono essere uno dei borghi più belli d’Italia. Una piccola gemma.
Cose interessanti, riflessioni e domande
💡 Baricco mi ci ficco
In realtà non mi è mai piaciuto molto Baricco, né come personaggio né come scrittore. Non ho ancora cambiato idea, però questa intervista dà tanti stimoli e mi ha piacevolmente stupito.
💡 “Cosa fai oggi?”, “Mah… caccio, raccolgo, le solite cose insomma”
Ho scoperto che esistono dei corsi per imparare a sopravvivere nella natura incontaminata, senza strumenti, quasi senza vestiti e solo con le risorse che poteva avere un nostro antenato ai tempi della pietra. Non lo so se ha senso… però mi piace pensare che c’è chi si svolta la vita così.
💡 Viaggiare costa troppo! Siamo sicuri?
Qualche tempo fa ho conosciuto Lorenzo tramite la sua newsletter (che consiglio) e siamo rimasti in contatto. Tra i tanti suoi progetti mi è piaciuto particolarmente l’idea di dimostrare che per viaggiare a lungo non serve essere ricchi, anzi, se proprio si vuole, lo si può fare anche senza un euro in tasca.
Una fotografia
Ritratto.
Chefchaouen, Marocco. 2019.
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