#9: L'isola che c'è
Lo trovò disteso in mezzo ad un campo concimato mentre fissava con sguardo leggero lo scorrere delle nuvole, sorridente. Il calzolaio sorpreso gli chiese:”vecchio, cosa fai sdraiato in quel campo?”.
Ciao,
qui sulla bella isola di Madeira tutto bene.
È sempre affascinante come cambiare luogo ci ponga in una strano stato di “allerta” che stimola la creatività e anche quello a cui siamo abituati ci appare sotto una nuova luce.
Oggi voglio condividere con te una riflessione che ho fatto ultimamente frequentando il co-working del progetto Digital Nomads Village.
Sostanzialmente qui sull’isola è stato scelto un paesino dove hanno creato un “ufficio aperto” con scrivanie, wifi, prese elettriche e tutto quello che può servire per lavorare in comodità (tra l’altro il tutto con un’incredibile vista oceano che non guasta mai). Il tutto è assolutamente gratuito e accessibile a chiunque!
Il progetto è partito a Febbraio, e ora ci sono più di 150 persone provenienti da tutto il mondo che hanno deciso di lavorare per alcuni mesi da questo paesino che può vantare di ben un negozio di alimentari, 2 strade, 3 ristoranti-bar-tabaccherie-gelaterie e una soleggiata spiaggetta.
Ma tornando alla riflessione. Sono rimasto molto colpito dal fatto che qui, ovunque tu sia, incrociando lo sguardo con qualcuno si crea una sorta di automatica intesa e ci sorride. Una sorta di: “ah, anche tu qui eh? bene, bene…”.
Inoltre, molto spesso ci si scambia almeno un saluto e magari ci si presenta chiedendosi a vicenda da dove si viene, cosa si fa nella vita e ecc.
Forse stai pensando che in fondo non è una cosa così sconvolgente. Ma ti assicuro che ripetere questa esperienza diverse volte al giorno con persone diverse fa un certo effetto.
Siamo così abituati a vivere in città dove si cammina di fretta e senza guardare alle persone intorno a noi che quando uno sconosciuto ci sorride ci sembra qualcosa di strano, perfino al limite del sospettoso.
Così mi chiedevo: “ma questa differenza dipende solo dalla dimensione della città? Dopo una certa soglia di abitanti scatta qualcosa che rende il nostro vicino “invisibile”? O ci sono altri fattori in gioco? Il clima? La ricchezza media? Il livello di sicurezza? Il WiFi con vista mare?”. Tu cosa ne pensi?
Io non saprei… So che ho avuto un’impressione simile durante un viaggio in Indonesia qualche anno fa. Anche lì, città grande o città piccola, le persone si sorridevano automaticamente (quasi sempre), in una sorta di gesto di ringraziamento reciproco per quel’incontro casuale.
Sarebbe bello scoprire cosa rende alcuni luoghi e culture più o meno accoglienti e aperti verso il prossimo. Ma, nel frattempo, proverò a sorridere di più al prossimo “sconosciuto” a prescindere da dove mi trovi. Non si sa mai, magari che anche lui a un certo punto della sua vita ha fatto una riflessione simile e ricambierà (o semplicemente ha il WiFi con vista mare).
Ci leggiamo presto,
Davide
Libri
Patagonia Express di Luis Sepúlveda
Scorci di vita vissuta in luoghi lontani, che durante la lettura diventano sempre più vicini.
Grazie a chi mi ha consigliato questo autore, molto famoso, ma che non conoscevo.No Rules Rules di Erin Meyer e Reed Hastings
Interessante sguardo all’interno della super azienda tecnologica Netflix. Una politica di estrema libertà, poche regole e tanto talento hanno fatto di Netflix in pochi anni una delle aziende più di successo al mondo.
A tratti non mi sono ritrovato molto d’accordo con le idee del libro, ma in generale una bella lettura piena di spunti di riflessione.La porta proibita di Tiziano Terzani
Solitamente a scuola mi annoiavo durante le lezioni di storia che spesso si concentravano su date, nomi ed eventi da memorizzare. Avrei preferito studiarla con lo stile di questo libro.
L’autore, dopo aver trascorso quattro in Cina, ci racconta attraverso la sua esperienza personale un periodo critico per lo stato Cinese, appena dopo la caduta di Mao e l’apertura verso il capitalismo Occidentale.
Cose interessanti, riflessioni e domande
Less is more
Se sei interessato al concetto di minimalismo ti consiglio questo documentario (io l’ho trovato su netflix)Volontariato nomade
Di recente ho visto un’intervista a Tarek Kholoussy, fondatore di “Nomads Giving Back!”. Un bel progetto che consente a chi viaggia di entrare in contatto con le comunità locali e partecipare a progetti di volontariato con loro.Come si fa a riposare?
Una domanda che prima di vedere questo video pensavo avesse una risposta abbastanza scontata.
Una fotografia
A piccoli sassi.
Madeira, Portogallo. 2021.
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