#31: Newsletter, newsletter
"Ma quello sono... io? Cosa ci faccio disteso lì?! E se il mio corpo è lì... di chi è quello in cui sono adesso?!"
For my English speaking friends, click here for the translated version
Ciao, come stai?
So che rispondere per email non è così divertente (e un po’ fuori moda).
Così se ti va di salutarmi ti basta cliccare qui sotto. (Se è un po’ che non ci sentiamo clicca con ancora più forza!
Le ultime settimane sono state particolarmente piene di esperienze per me.
Siamo stati a Bangkok, una città che mi ha molto sorpreso e affascinato (trovi qualche impressione nella sezione Luoghi)
Sto finendo un master online in Product Management. Molto interessante e altrettanto stancante considerando lavoro, viaggio e vita in generale.
Da qualche giorno siamo a Chiang Mai, nel nord della Thailandia. Te ne parlerò meglio nella prossima newsletter.
Ho partecipato a delle lezioni di meditazione in un tempio buddista e sto approfondendo questa disciplina esercitandomi ogni giorno.
Se ci conosciamo da un po’, scommetto che l’ultimo punto è stato quello che ti ha sorpreso di più. E hai assolutamente ragione, sorprende anche me!
Proprio per questo motivo voglio parlartene meglio in questa newsletter.
Mi considero una persona che per attitudine è molto razionale e logica. Inoltre, non sono generalmente un grande esempio di disciplina.
Mi piace sperimentare, creare, esplorare. Ma quando si tratta di attenersi ogni giorno ad un piano, ripetendo la stessa attività, spesso la noia e la pigrizia prendono il sopravvento.
Dedicarmi ad un’attività che è strettamente connessa al mondo dell’ irrazionalità, di ciò che si nasconde “dietro le cose reali”. E farlo tutti i giorni! Assolutamente una sfida non da poco per me.
Però ti rassicuro, non sono passato da zero a “daje con la meditazione” così all’improvviso.
Il tema “meditazione” lo seguo con interesse da ormai qualche anno. Ho letto diversi libri e provato a esercitarmi con app, audio guide e corsi online.
La morale è che non sono mai riuscito a capire del tutto questa meditazione e/o apprezzarla a piano.
Mi sono sempre più convinto nel tempo della sua grande potenzialità. Non è un caso che sempre più persone “di successo” la citano come una pratica fondamentale per loro. Alle stregua di una sana alimentazione e attività fisica (se non di più in alcuni casi
E più mi convincevo che la meditazione era importante, più provando a praticarla e più rimanevo deluso e frustrato per non “riusciate a farla bene”.
Qualche settimana fa ho scoperto che in Thailandia la meditazione è una pratica molto diffusa, soprattutto in relazione alla religione buddista.
Poi sono venuto a sapere che in un tempio a Bangkok venivano organizzate lezioni in inglese per stranieri. E così ho detto “proviamo anche questa dai. Cosa ho da perdere?”.
Ed è così che ho partecipato alla mia prima lezione di meditazione della modica durata di due ore. Ed io ingenuamente pensavo, vabbè due ore perché ci sarà una buona parte di spiegazione, cenni storici, slide in comic-sans ecc.
E invece…
Arrivo, mi siedo sul mio bel materassino e l’insegnante esordisce con un “Benvenuti, iniziamo con la meditazione da seduti. Concentratevi sul movimento del vostro addome durante la respirazione. Chiudete gli occhi e ci vediamo tra 50 minuti.”
Silenzio.
Dubbio.
Chiudo gli occhi.
Panico.
Rassegnazione.
Esagerazioni a parte, già facevo fatica con 10 minuti di audio guida, pensa a stare per 50 minuti, senza muovermi, seduto a gambe incrociate a notare il mio respiro.
È stato veramente difficile.
Però, alla fine è andata. Gambe e schiena incredibilmente indolenzite, momenti in cui altre che respiro, l’unico pensiero che osservavo era “No vabbè mo mi alzo. Mi alzo e vado farmi un Pad Thai. Ciaone proprio”.
Però alla fine è successo. Sono rimasto 50 minuti, in silenzio, senza muovermi, solo soletto con i miei pensieri.
Il resto della lezione non è stato molto variegato. Pausa di 5 minuti, 20 minuti di meditazione camminando, fortunatamente per le mie ginocchia, e altri 30 minuti seduti. Così per aggiungere una botta di vita sul finale.
Ma la vera rivelazione per me è avvenuta dopo la prima lezione.
Ho letto un libretto con una spiegazione più approfondita di come iniziare a meditare, tratto da un discorso di un gran maestro buddista. Il piccolo libretto mi ha fatto conoscere la meditazione da un diverso punto di vista, molto più vicino alla mio modo di vedere le cose.
Inoltre, sono riuscito a fare qualche domanda all’insegnante le sue risposte mi hanno dato ulteriori spunti.
Questa combinazione di informazioni, l’esperienza un po’ traumatica della prima lezione e un po’ di tempo per riflettere mi hanno finalmente aiutato a apprezzare questa pratica in prima persona e non solo per sentito dire.
Ecco alcuni dei principali insegnamenti che ho ricevuto e elaborato finora.
Premessa paracula: Considera che io sono meno di un principiante in meditazione e l’insegnante non era proprio madrelingua inglese. Prendi queste riflessioni come spunti di ragionamento.
Iniziamo!
1) Meditare è faticoso. E va bene così.
Ho sempre avuto l’idea che la meditazione fosse un’attività in cui ci si sente calmi e rilassati. Un po’ come un massaggio per la mente.
Però, ogni volta che avevo provato a seguire l’ennesima audio guida che con voce calda e avvolgente mi spronava a immaginare un bel mare al tramonto o una luce tra le mie mani, mi sono sempre sentito tutt’altro che calmo e rilassato.
Ammetto che il mio naturale scetticismo non aiuta. L’idea di stare seduto in una posizione non proprio usuale e rimanere in silenzio osservando i miei pensieri come nuvole… Non lo so, sarò io eh… ma non è proprio la definizione di attività che sceglierei per rilassarmi.
Mi è molto piaciuta la risposta a questo mio dubbio da parte dell’insegnante.
È andata più o meno così (concedimi qualche dettaglio aggiunto per divertiti e divertimi).
Io: “bla bla bla… quando medito non mi sento rilassato… bla bla bla”.
Insegnante: “Noi non meditiamo per sentirci rilassati o per sentirci bene…”
Io: faccia confusa
Insegnante: “Noi meditiamo per accrescere la nostra conoscenza di noi stessi e del mondo…”
Io: faccia molto confusa
A questo punto probabilmente l’insegnante ha percepito che la mia limitata esperienza occidentale richiedeva un approccio diverso.
Insegnante: “È come andare in palestra. Tu ti senti rilassato mentre ti alleni? Ti senti pieno di energie quando hai finito gli esercizi? No!
Ti senti rilassato, forte e in forma dopo tanti giorni di esercizio. Uguale con la meditazione.
Essere stanchi dopo meditazione, va bene. Sentire dolore alle gambe durante meditazione, è normale.
Giorno dopo giorno, sempre meno fatica, sempre più calma e rilassamento.”
Non so a te, ma questa spiegazione mi ha finalmente fatto capire che non stavo sbagliando del tutto prima. Era normale non sentirmi rilassato e calmo dopo gli esercizi.
Una volta tolta la preoccupazione e frustrazione di “non stare meditando bene”, sono riuscito finalmente a “godermi” la pratica.
2) Il nostro respiro è la migliore audio guida.
Convinto che per iniziare a meditare una guida fosse la cosa migliore, non avevo mai provato a meditare senza una voce, suoni mistici e naturali o cose del genere.
Mi ha sorpreso l’esercizio tanto semplice, quanto difficile, di “ascoltare” il proprio respiro in silenzio, senza muoversi. Senza nessun bellissimo supporto audio-visivo.
3) Meditazione, meditazione
Nel piccolo libro che mi hanno dato, mi ha colpito l’idea di ripetere due volte le osservazioni di sensazioni e pensieri. Per esempio, se mentre osserviamo il respiro sentiamo un rumore allora noteremo “sentire - sentire”, se ci troviamo a pensare al lavoro “lavoro - lavoro” o “pianificazione - pianificazione”, se ci fa male una gamba “dolore - dolore”, e così via.
Ho notato che questo piccolo dettaglio della ripetizione mi ha reso più semplice l’idea di non percepire queste emozioni e sensazioni direttamente legate al mio “io”, alla mia coscienza (del tipo, “io sto provando dolore” ecc.). È come se la ripetizioni rendesse il concetto più oggettivo e meno distraente per la mente.
4) Conoscenza di noi stessi e del mondo
Quando l’insegnante mi aveva spiegato che “con la meditazione si accresce la nostra conoscenza di noi stessi e del mondo”, ammetto di non aver capito.
Ma il punto non era stare belli tranquilli in silenzio e rilassarci?
Ebbene no. Nel tipo di meditazione che ho provato in queste lezioni, meditazione Vipassana, l’obiettivo è osservare il nostro corpo e la nostra mente per conoscerli meglio. Vipassana significa infatti “vedere le cose in profondità, come realmente sono”.
Ma anche in questo caso, il mio limitato vocabolario mentale non era sufficiente a rispondere all’insegnante “ah certo, vedere le cose come realmente sono… beh mi sembra tutto chiaro prof, andiamo avanti!”
E anche qui mi ha aiutato una semplice analogia.
Se pensi a quando hai un forte mal di pancia, cosa fai per far passare il dolore? Puoi non fare nulla, a volte funziona, ma non sempre. Inizi a prendere farmaci a caso? Direi di no, meglio non fare niente a questo punto.
Solitamente, la cosa migliore è prendere un farmaco o una cura specifica per il mal di pancia (incredibile eh?).
E arriviamo a questa conclusione, senza neanche sforzarci, proprio perché sappiamo che il dolore è legato alla pancia. Abbiamo osservato tante volte come la nostra pancia ci fa sentire di solito e riconosciamo quando qualcosa non va.
Ora prova a pensare alla tua mente. Quante volte ti sei fermato a “osservare” come sono i tuoi pensieri di solito? Quali emozioni sono associate a questi pensieri? Almeno per me, la risposta è non molte.
Forse ora è più facile spiegarsi perché ci risulta così difficile trovare le giuste soluzioni quando quel qualcosa che ci provoca dolore è legato alla nostra mente.
Senza una forte abitudine a osservare i nostri pensieri “dall’esterno” sarà molto difficile trovare la giusta soluzione. È come se invece che “mal di pancia” sentissimo solo che qualcosa ci fa male ma non esattamente cosa. Difficile trovare una cura così, no?
5) Distrattamente impegnati
Per finire, una riflessione più mia sulla meditazione e la mia vita di tutti i giorni.
Penso che questa pratica, per quanto un po’ “estrema” da certi punti di vista, è molto utile sopratutto in questo momento storico.
Per mezzo della tecnologia siamo connessi con una vastità di informazioni, più di quanto potremmo assorbire in diverse vite.
Siamo costantemente sottoposti a nuovi stimoli e il nostro cervello ci sguazza in questa situazione!
Non è un mistero che l’informazione è fondamentale per la nostra sopravvivenza e giustamente il nostro cervello la ricerca. Però, come succede con gli zuccheri e grassi alimentari, non riusciamo a fermarci, esageriamo e ci ritroviamo peggio di prima.
Abbiamo perso l’abitudine a vivere senza distrazioni esterne.
Non è un caso che i contenuti che assorbiamo sono sempre più corti, si fa sempre più fatica a leggere un libro (uno di quelli veri intendo, con parole scritte e senza pubblicità che appaiono ogni tanto) e mentre parliamo con un amico ci ritroviamo senza pensarci entrambi il cellulare in mano.
E sono io il primo ad ammettere di sperimentare tutti questi “sintomi” da eccesso di distrazioni.
Ecco, la meditazione è una buona pratica per compensare l’abitudine ad essere distratti. È la corsa per chi è in sovrappeso di stimoli (ormai con queste metafore ci ho preso un certo gusto. Questa è l’ultima, prometto).
Spero che questa digressione sulla meditazione ti abbia dato qualche spunto in più sull’argomento, se non convinto a provare!
Fammi sapere cosa ne pensi :)
Ci leggiamo presto,
Davide
P.S. Ti lascio anche un sito web con più o meno le informazioni del mitico libretto che mi hanno dato (stesso autore) e anche il libretto in formato PDF che ho scannerizzato con tanta cura per te (non è proprio il massimo la qualità delle immagini, ma spero che apprezzerai il gesto)
Libri
📚 The Visual MBA di Jason Barron
Un bel libro di business, quasi divertente.
L’idea dell’autore è di riassumere tutte le nozioni di un tipico Master di Business attraverso disegni, illustrazioni, grafici e fumetti. Molto originale.
📚 Principles for Success di Ray Dalio
Mi ha sorpreso molto questo libro illustrato.
L’autore è un imprenditore statunitense, fondatore del più grande hedge fund al mondo (insomma uno che ha fotto i sordi).
Il libro è dedicato ai suoi nipoti e sono riassunti gli insegnamenti che l’autore ha raccolto durante la sua vita.
📚 Atomic Habits di James Clear
Probabilmente il libro più consigliato sul tema abitudini (e non a caso).
La scorsa newsletter è nata proprio leggendo questo libro.
Uno dei rari libri che consiglieri a chiunque.
Luoghi
Bangkok, Thailand
Vecchio e nuovo
La prima cosa che mi ha sorpreso di Bangkok è la differenza tra il centro storico e l’area “moderna” della città.
Nella città vecchia si incontrano basse casette di legno color pastello, negozi un po’ arruffati sui marciapiedi, piccole viuzze e ponti per attraversare i canali. Certo, ci sono anche grandi strade e le più famose piazze e monumenti che spiccano, ma la sensazione di tutti i giorni la ricordo così, semplice e “vera”.
I quartieri più moderni si riconoscono dagli immensi grattacieli, giganteschi centri commerciali e un traffico semi-perenne.
Quando leggevo online di Bangkok quest’ultima era l’immagine più frequentemente descritta, ma devo dire che il centro storico è tutta un’altra storia (gioco di parole a parte).
Il Re
Ebbene si, in Thailandia non si possono non notare le gigantografie del Re Maha Vajiralongkorn Bodindradebayavarangkun (aka Rama X) sparse per tutta la città.
Nel 2018 Rama X ottenne il trasferimento sul proprio conto personale di tutti i beni della Casa reale, il cui valore è stimato tra i 40 ai 70 miliardi di dollari.
L'offesa alla dignità del Re (cioè tutto ciò che non piace al re) viene punita con pene che possono arrivare fino a 15 anni di detenzione.
Insomma, non c’è proprio un’aria tranquilla quando si parla del sovrano e la maggior parte delle persone con cui abbiamo parlato è, purtroppo segretamente, molto scontenta della situazione politica del paese.
Street Food
Vabbè questo punto è talmente scontato che potevo tralasciarlo.
Ma con una sorta di diabolico doppio gioco mentale, te lo propongo lo stesso.
Non è un caso che Bangkok è descritta come la capitale mondiale dello street food. Fa un certo effetto ordinare piatti deliziosi (stando attenti al livello di piccantezza che va velocemente fuori controllo) per 1 o 2 euro. Su tutti non posso che citare Pad Thai e Khao Soi (che sono anche i più famosi nel mondo).
Cose interessanti, riflessioni e domande
5 libri per migliorare la produttività
Ho pubblicato una lista di libri sul tema “produttività” che ho letto e che, tra tanti, mi sono davvero tornarti utili. Se ti interessa il tema, dacci un’occhiata.
Quanti ci metti ad arrivare da Marco Polo a I Simpson?
Wiki Game è un gioco in cui ci si sfida a trovare il percorso più breve (in termini di link cliccati) tra due pagine di Wikipedia.
Per me è un’idea geniale, da provare almeno una volta.
Pregiudizi razziali
Viaggiare aiuta ad aprirsi ad altre culture e, ahimè, mette in luce quanto ancora le nostre azioni sono dettate da pregiudizi razziali a noi, si spera, inconsapevoli.
Una fotografia
Dietro l’apparenza.
Bangkok, Thailandia. 2022.
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