#51: Prendere piede
MUDITĀ (India): la piena esperienza di felicità, priva di invidia o risentimento, provata dinanzi alla gioia o alle fortune altrui.
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Ciao, come stai?
Come sempre, non è solo una domanda di circostanza, mi fa piacere sentirti. Se ti va di mandarmi un saluto ti basta rispondere a questa email.
In quel di Bergamo tutto bene. Mi sto godendo queste giornate autunnali e ancora decisamente calde ( #neverendingsummer).
In questa newsletter ti parlo di un tema un po’ strano, il mondo delle scarpe minimaste (o scarpe Barefoot).
Lo so, lo so… concordo che non sia una delle tematiche più cruciali nelle nostre vite, e infatti non è certo un argomento che pensavo di approfondire in questa sede. Però ultimamente diverse persone (tra qui vari lettori della newsletter) mi hanno chiesto di più su questo tipo di scarpe che ho iniziato a usare. Forse allora un senso ce l’ha.
Proverò a non rendere il tutto troppo noioso. Soprattutto per chi, comprensibilmente, che scarpe indossare sono l’ultimo dei problemi a pensare.
Come ho conosciuto questo mondo del Barefoot?
La storia è abbastanza semplice. Verso giugno sono stato 3 settimane sulle spiaggia dello Sri Lanka (vedi newsletter precedente) e in questo periodo non ho praticamente mai indossato scarpe (camminavo solo a piedi nudi o infradito). Al momento del ritorno, nel prepararmi per andare all’aeroporto, mi sono accorto che le mie solite scarpe mi andavano piccole. Ecco, spinto dallo stupore ho fatto un po’ di ricerche e ho conosciuto il mondo Barefoot.
Ti faccio la solita premessa paracula: ti prego non prendere decisioni (sopratutto in ambito salute) basandoti su quello che dico senza fare anche le tue ricerche e riflessioni.
Fatto sta che ultimamente mi sono abbastanza incuriosito (aka “preso bene”) dell’argomento e da circa 4 mesi sto utilizzando questo tipo di scarpe.
Cosa sono ste scarpe Barefoot?
Le scarpe Barefoot, o scarpe minimaliste, sono progettate per ricreare il più possibile la sensazione di camminare a piedi nudi, consentendo ai piedi di muoversi liberamente e naturalmente. Hanno 3 caratteristiche fondamentali:
La punta con una forma ergonomica invece della classica forma ad U (o V) delle scarpe tradizionali. Per lasciare spazio alle dita di muoversi.
Nessun tipo di tacco o rialzo. Questo rende l’appoggio del piede e la postura durante la camminata molto simile a quella che si ha piedi nudi.
La suola molto flessibile e sottile. Per restituire ai piedi sensibilità e riattivare tutti i muscoli del piede, caviglia, polpacci e ecc.
Tutto qui. Come vedi niente di trascendentale alla fine. Sono scarpe con la punta più larga e una suola che si percepisce il minimo possibile (pur proteggendo da oggetti appuntiti e altre cose strane che le nostre belle strade ci riservano).
I vantaggi delle scarpe Barefoot
I motivi più evidenti, e anche con un supporto scientifico, sono legati al rafforzamento dei muscoli del piede e della caviglia, migliorando la stabilità e la postura. È stato studiato che le scarpe tradizionali alterano la naturale forma del piede (ad esempio l’alluce che si piega verso le altre dita).
Posso confermare la sensazione di comodità nell’avere le dita libere di muoversi e allargarsi anche con le scarpe indosso.
Hai presente quando torni a casa dopo una giornata fuori e ti togli le scarpe pensando “aaaah, finalmente…”. Ecco con queste scarpe non senti più così tanto la differenza.
Poi, se ogni tanto vai a correre, degli studi hanno rilevato che si riduce il carico del peso sui piedi con un migliore dispersione all’impatto e riducendo il rischio di infortunio. Sostanzialmente si corre in modo più efficiente (vabbè io faccio solo piccole corsette per divertimi e muovermi un po’. Però, se posso farlo meglio perché no). Su questo tema, il libro Born To Run ha reso famoso il caso di una popolazione indigena di corridori (che vincono maratone e cose così) correndo a piedi nudi (o con un minimo di protezione sotto i piedi e basta).
Gli svantaggi e i potenziali rischi
Per quanto riguarda gli svantaggi che ho letto (e sperimentato), il più frequente è il periodo di adattamento necessario all’inizio. Durante le prime settimane è decisamente più faticoso camminare senza il supporto della suole moderne molto elastiche e morbide (per qualche giorno ho messo a dura prova i miei polpacci). Infatti è consigliato indossarle solo per alcune ore al giorno all’inizio (e se sai già di avere dei problemi ai piedi è sicuramente meglio sentire un podologo prima di fare questo esperimento).
Inoltre in alcuni casi (ad esempio per chi pesa molto o ha problemi alle ginocchia) potrebbe essere particolarmente difficile fare il passaggio o quasi impossibile.
Oltre a questo, ti riporto alcuni altri svantaggi più legati alla mia esperienza personale.
La scelta di modelli nei negozi specializzati è decisamente più ridotta rispetto alle millemila marche di scarpe classiche. E in più, se si vuole una buona qualità, il costo è mediamente più alto (almeno 100-150 euro per un paio di scarpe).
Un altro svantaggio è che se qualcuno nota le tue scarpe o si parla di questo argomento, e questo qualcuno non è molto aperto di mente, c’è il rischio di essere presi per strambi/complottisti/stupidi. Cosa che potrebbe anche rivelarsi un vantaggio se si vuole fare un po’ di selezione nelle proprie relazione sociali.
Infine, per alcuni sport forse è meglio comunque avere scarpe con più supporto. Ad esempio quando gioco a tennis, per il momento, uso delle scarpe normali ammortizzate. Devo ancora capire se esistono dei modelli barefoot adatti a questa attività.
Altri particolari svantaggi non me ne vengono in mente, o perlomeno, non ne ho riscontrati finora.
Barefoot, non solo questione di scarpe
Oltre al discorso di comodità e prestazioni fisiche è evidente che chi utilizza scarpe minimaliste spesso sposa anche una filosofia più ampia.
Come si evince dal nome, se si è vicini ai principi del minimalismo si apprezzerà ancora di più l’idea di scarpe ridotte all’essenziale.
In più i brand che producono queste calzature sono in fissa con l’esclusivo utilizzo di materiali ecologici per ridurre l'impatto ambientale (in realtà non ho approfondito molto su questo aspetto. Così dicono sui loro siti insomma).
C’è anche chi vede nella scarpe Barefoot un modo per riconnettersi con la terra, abbracciando uno stile di vita più in armonia con l'ambiente circostante.
Lato mio sono un po’ scettico su questo tipo di affermazioni. Il mio lato ingegneristico si arrabbierebbe troppo. Però confermo che camminare con queste scarpe su un prato o nella natura è molto piacevole e tutta un’altra esperienza rispetto alle scarpe tradizionali.
Dai, spero che non sia stato troppo noioso. Comunque, a scanso di equivoci, non ti sto consigliando di provare assolutamente queste scarpe o cose del genere. È un piccolo esperimento che mi ha incuriosito e per ora mi sta piacendo. Magari tra un pò cambierò idea (e scarpe), magari no… si vedrà.
Ci leggiamo presto,
Davide
I miei progetti
A sorpresa ecco una sezione mai vista prima! Eh si, alla fine ho deciso di dedicare una parte della newsletter agli aggiornamenti su progetti, iniziative e cose varie che sto facendo/sperimentando. Ci sono due motivi principali. Il primo è che così non ti dico ste cose a spizzichi e bocconi nelle altre sezioni. Il secondo è che essendo per natura “spammosa” questa parte, se non ti interessa la puoi saltare a piè pari (strategia di marketing geniale, no? No? Vabbè…).
👉 Life Design Program
Sono molto contento che anche la quarta edizione del programma di Life Design sia confermata e che si stia formando un bel gruppo di professionisti in gamba.
Si terrà dal 9 Novembre al 14 Dicembre. Qui se ti interessa approfondire (per te che sei un lettore della newsletter c’è anche uno sconto esclusivo)
👉 Webinar: “Life Design e Nomadismo Digitale”
Con i fondatori della startup Kino Italy abbiamo organizzato un webinar gratuito dove ci confronteremo sul mondo del nomadismo digitale, uno dei tanti “approcci alternativi” che sempre più professionisti abbracciano nella ricerca della loro strada sul lavoro (e nella vita). Qui per registrarsi.
Libri
📚 If You Could Live Anywhere di Melody Warnick
Se potessi vivere ovunque nel mondo, dove vivresti? Sembra una domanda puramente teorica, ma sempre più persone (me compreso) se la stanno facendo. L’autrice del libro, da esperta viaggiatrice, propone un sistema per capire quale posto può fare per noi.
📚 A Hunter-Gatherer's Guide to the 21st Century di Heather Heying
Un saggio che parte dalla storia della specie umana per riflettere sulle sfide che tutti noi ci ritroviamo ai giorni nostri. Una bella idea, anche se un pò noioso a tratti.
📚 Piccolo manuale per cercatori di nuvole di Vincenzo Levizzani
Sono sincero, ho scelto questo libro quasi esclusivamente per il titolo (a volte va così con i libri). Pensavo fosse una metafora, ed invece si parla proprio di come riconoscere e studiare le numerose tipologie di nuvole. Sorprendente avvincente.
📚 I contraccolpi di Angelo Roma
Un romanzo che avevo sul comodino da almeno 5 anni. Ormai era più parte dall’arredamento. Poi un giorno è scattato qualcosa e l’ho letto. Non è il mio genere, ma mi è piaciuto. Un romanzo di formazione di un ragazzo in cerca della sua strada nel mondo degli adulti. Il fatto che fosse ambientato a Bergamo mi ha aiutato a immergermi nell’atmosfera del libro.
Idea random: se non sai che libro leggere, prova a vedere se ne esistono ambientati nella tua città. A me ha fatto un effetto strano ma piacevole.
Luoghi
🎒 Bergamo, Italia
Qualche giorno fa ho riscoperto nella mia città quello che io chiamo “Il giardino segreto”. In realtà si chiama Parco Caprotti (però dai, poco d’impatto come nome). Non so bene il perché, ma è l’entrata è una sola e nascosta tra vari palazzi. Praticamente se non lo conosci non ci capiti per caso. Un peccato perché è un bel rifugio verde all’interno della città.
🎒 Lodi, Italia
Come ogni anni (o quasi) sono stato al Festival Fotografia Etica che si tiene a Lodi. Praticamente per tutto il centro storico diversi affascinanti palazzi d’epoca sono allestiti con esposizioni di reportage fotografici da tutto il mondo.
Se ancora non stai andando a comprare i biglietti… non penso che possa farti cambiare idea aggiungendo altro.
Cose interessanti, riflessioni e domande
💡 Buttati che è morbido (forse)
Quando un piccolo di giraffa nasce, cade dall'altezza di 2 metri perché partoriscono in piedi… Non ti servirà a nulla, ma pensaci un attimo… per te è casuale o le giraffe lo fanno apposta in stile “crash test”?
💡 Lo stress è letteralmente contagioso
Mi ha incuriosito scoprire che stare vicino a persone stressate influisca, e anche velocemente, sul nostro stato d’animo. E non solo per una questione di empatia, ma proprio per delle sostanze chimiche che rilasciamo sotto stress.
Un motivo in più per cercare di evitare luoghi con persone stressate se possibile (eh lo so, appena ci pensi sembra di vivere un’apocalissi di zombie stressati pronti a contaminarci. Scappaaaa!)
💡 È un gomblotto!
Come nascono le teorie complottistiche e spunti per affrontarle. “ E tu hai mai visto un piccolo di piccione in giro? Coincidenze?”.
Una fotografia
Un passaggio?.
Varanasi, India. 2023.
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