For my English speaking friends, click here for the translated version
Ciao, come stai? Se ti va di mandarmi un saluto ti basta rispondere a questa email. Sono contento di sentirti!
Io tutto bene. Sul fronte lavoro, e nello specifico nel mio fare il Product Manager Freelance (eh si, oggi se vuoi essere qualcuno ti servono almeno tre parole inglesi nel titolo), ho iniziato a collaborare con Talent Garden (probabilmente non ti frega granché… però vabbè, non si sa mai).
Nel mentre ho abbandonato per sempre la possibilità di dirmi un ventiqualcosenne (ma l’ho presa abbastanza bene dai… credo) e ho ripreso la mia vita nomade giramondo.
Nei prossimi mesi viaggerò un po’ più a corto raggio e infatti ti sto scrivendo dalla “città della magia bianca”! (spoiler: ahimè non è Hogwarts, ma Torino).
Non so bene perché, ma oggi ti voglio condividere una riflessione che ho fatto sulla finanza personale e in particolare sul concetto di indipendenza finanziaria.
Parlare di soldi solitamente fa storcere un po’ di nasi… però ti prometto che non sarà un trattato di economia e che non ti parlerò di nessun mirabolante prodotto finanziario o altro (anzi, ti invito proprio a non prendere nulla che ho scritto come un consiglio finanziario).
Partiamo da una definizione generale di “indipendenza finanziaria”. L’amica Wikipedia ci dice:
L'indipendenza finanziaria è quella situazione in cui un singolo individuo o un nucleo famigliare hanno sufficiente ricchezza per sostenersi senza aver bisogno di appoggiarsi a delle entrate derivanti da un rapporto di lavoro dipendente o autonomo.
Insomma avere abbastanza risorse e/o soldi da non dover più lavorare. Bello eh?
Talmente bello che è nato nel un movimento (chiamato FIRE, “financial independence, retire early”) che si basa proprio sull’ottenere il prima possibile questa condizione di libertà economica totale. Non mi addentro troppo nei dettagli (con un googlata trovi tutto), ma per fartela breve l’idea è di risparmiare e guadagnare il più possibile e investire in fondi a basso-medio rischio. Nel lungo periodo, gli interessi accumulati aumenteranno, fino a permetterci di coprire le nostre spese.
Sono andato a spulciare le mie vecchie newsletter (bello iniziare ad avere questa sorta di piccola macchina del tempo dei miei sgangherati pensieri):
Nel lontano 2021 mi ero abbastanza avvicinato alla logica di pensiero del FIRE e indirizzato i miei sforzi lavorativi di conseguenza (ho anche pubblicato una raccolta di libri sull’argomento).
Nel 2022 già iniziavo ad intuire che il modello aveva qualche falla.
L’anno scorso, dopo quattro mesi senza lavoro (e senza entrate per alimentare il mio piano di investimenti), ho rimesso tutto in discussione e sono arrivato a una nuova conclusione.
L’idea di FIRE mi aveva portato a cercare lavori sempre meglio pagati e, nel mentre, a spendere il meno possibile. Il tutto per arrivare a circa 45 anni ad avere abbastanza risparmi per dire “ooooh, ora posso smettere di lavorare. Ciao e grazie a tutti.” (per rimanere nella versione educata).
Però, come puoi immaginare, questo limita molto il tipo di lavori a cui dedicarsi (quelli che pagano bene) e le esperienze che si possono vivere (quelle che costano poco).
Per sfortuna, o fortuna, non ho una grande disciplina e alla fine la voglia di viaggiare, divertirmi e “godersi il tempo” ha vinto (vedi i 4 mesi senza lavoro). Questo cambio di rotta mi ha portato a fare due nuove considerazioni.
La prima è che anche senza lavorare in senso stretto, durante questi 4 mesi, comunque ho sentito la necessità di creare, scrivere, fotografare, lanciare idee e mille altre cose… Insomma, ho capito che per stare bene non mi basta un posto da favola, una sdraio e un cocktail in mano (o almeno non per troppo tempo).
La seconda riflessione è che queste attività che finisco a perseguire spontaneamente, in un modo o nell’altro, anche senza volerlo, mi mettono nelle condizioni di guadagnare. Magari non in grandi quantità o in maniera prevedibile, ma ho visto in prima persona che “facendo cose”, per come è fatta la società in cui viviamo oggi, è molto probabile che qualcuno voglia darti dei soldi in cambio di quelle azioni o semplicemente per sostenerti. Ad esempio, scrivendo questa newsletter, che non ha nessuno scopo “economico” per me, ogni tanto ricevo delle donazioni. È davvero una cosa incredibile e ovviamente sempre fonte di grande gratitudine da parte mia. Potrei farti altri esempi con la fotografia, sviluppo progetti digitali, scrittura di libri e ecc.
Unendo questi due punti, sono arrivato all’idea che “anche senza un lavoro, in qualche modo, le mie azioni genereranno delle entrate economiche”.
Questo ragionamento è molto personale, e non so se si può applicare a te o ad altri… Però, sono sicuro di non essere l’unico. Anzi, il mio intuito mi dice che si potrebbe applicare alla maggioranza delle persone (vabbè, ma lasciamolo ricercare alla comunità scientifica che di sicuro da oggi prenderà a cuore il tema).
Questa idea, ammesso che sia vera, cambia un bel po’ le cose rispetto all’indipendenza finanziaria e FIRE. Se anche senza un “rapporto di lavoro” comunque ricevo delle entrate, mi servono molti meno risparmi per raggiungere quella cifra per dire “ho abbastanza risorse per smettere di lavorare”.
Nel mio caso, dopo un po’ di calcoli, quel numero si è quasi dimezzato. Che equivale a dover “lavorare e risparmiare” per ancora circa 7 anni, e non 15 anni come prima. Non male eh? Praticamente ho guadagnato un bel po’ di tempo grazie a questa riflessione (ovviamente tutto a livello teorico).
Ma già che ci siamo facciamo un passo in più.
Una volta realizzato che mi bastava lavorare fino a 37 anni, e non più 45, mi sono immaginato due strade. Nella prima torno a puntare molto su guadagni e spendere poco per i prossimi 7 anni per poi fare “quello che voglio”. Nella seconda rimango con l’idea di lavorare almeno per i prossimi 15 anni, però senza dover guadagnare e/o risparmiare per forza così tanto.
E alla fine la seconda strada, almeno ad oggi, per me ha molto più senso.
Come non avrò mai più vent’anni, tra “poco” non ne avrò mai più trenta. E mi sembra un prezzo troppo alto da pagare quello di avere come priorità il guadagno per buona parte di questo decennio in cui probabilmente avrò ancora decenti forze fisiche e mentali (e in cui un piede nel mondo dei gggiovani ce lo posso ancora mettere).
In più, non dovendo per forza guadagnare tanto, posso scegliere lavori che mi piacciono di più e che, spero, mi facciano arrivare a 45 anni dicendo “beh dai, mi sono anche divertito e fatto cose appassionanti in questi anni di lavoro”. Vai a vedere che poi finisco a continuare a lavorare, anche senza un reale motivo… robe da matti…
Doverosa premessa paracula: a parte i semi-scherzi, lo so molto bene che questi sono ragionamenti di un persona privilegiata. Che tanti, troppi, lavoratori non possono applicare queste logiche che implicano la possibilità di trovare lavori con un buono stipendio. Però, spero che qualsiasi sia la tua situazione, tu possa estrarre da questi ragionamenti degli spunti utili per te.
Vabbè, mi fermo qui direi.
Non so perché oggi mi ha preso di parlarti di tutto sto giro di soldi, investimenti e lavoro… Giustamente potresti star pensando “ma a me che cippa lippa interessa di quanti anni pensi di lavorare? (che tanto tra guerre e riscaldamento globale a 45 anni avrai di tutto tranne che il lavoro a cui pensare…). Ci sta, non posso darti torto. Però, se hai pensato questo e hai comunque letto tutto fino qui, la colpa è un po’ di entrambi dai…
Spero invece che queste riflessioni semi-casuali ti abbiamo interessato e lasciato degli spunti di riflessione.
Se hai qualche domanda o se qualcosa non era chiaro (ed è molto probabile), scrivimi pure senza problemi (mi fa sempre molto piacere sentirti).
Ci leggiamo presto,
Davide
I miei progetti
👉 Life Design Program
Il progetto sta procedendo bene e quest’anno ho in piano diverse iniziative per aiutare ancora di più i professionisti di oggi.
Prima cosa, ho aperto una nuova edizione del Life Design Program che partirà il 27 Febbraio (qui trovi tutte le informazioni se ti interessa candidarti).
Ben due webinar gratuiti alle porte!
Mercoledì 31 Gennaio con Davide Gallo (Talent Specialist) a parlare di leadership e come delegare efficacemente sul lavoro (puoi iscriverti qui).
Martedì 6 Febbraio con Federico Vezza (Founder di Consulenza Confusa) a parlare del mondo della consulenza e per sfatare un po’ di miti legati a queste carriere così ambiziose e spesso ambite (puoi iscriverti qui).
Stanno arrivando le Masterclass!
Sto organizzando con degli esperti d’eccezione degli incontri formativi su dei temi specifici volti ad aiutare i professionisti a navigare il mondo del lavoro.
La prima masterclass arriverà a Febbraio e per essere tra i primi a conoscerne i dettagli ti consiglio di iscriverti alla newsletter del Life Design Program (giuro che è seria e non parla così tanto di argomenti casuali come questa).
Libri
📚 Ma chi me lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso di M. Gancitano e A. Colamedici
Bellissimo e schietto saggio sul mondo del lavoro di oggi. Purtroppo non viene ritratta una situazione molto positiva. Però, sicuramente accettare che così non va è un primo passo importante per il cambiamento.
📚 Launch di Jeff Walker
Si parla di marketing, comunicazione e come usare la strategia del “lancio” per promuovere un prodotto. Consigliato a tutti gli imprenditori e freelance che cercano più clienti.
📚 Incontri con fotografi illustri di Ferdinando Scianna
Un gran fotografo che racconta le storie di altri grandi fotografi. Se sei appassionato di fotografia non ti deluderà.
📚 L'era della dopamina di Anna Lembke
Incredibile quanto il mondo in cui viviamo sia diventato in pochi anni una trappola della distrazione e persuasione. Un libro che fa molto riflettere sul nostro rapporto con smartphone, tecnologia e “massì ancora 5 minuti di video di persone che scivolano sul ghiaccio… che sarà mai?!”
📚 L'imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce
Un romanzo di formazione in cui un signore sessantenne decide quasi per caso di camminare per tutta la lunghezza dell’Inghilterra a piedi. Una bella storia che fa riflettere ad ogni passo.
Luoghi
Torino, Italia
🎒 Una mole di Tim Burton
Il primo luogo emblematico che abbiamo visitato è stato il famoso Museo del Cinema, che si trova all’interno della altrettanto caratteristica Mole. Davvero bella la mostra su Tim Burton (personaggio ancora più affascinante di quanto traspare dai film).
🎒 Marrakech dietro casa
Un pomeriggio degli amici ci hanno portato a scoprire il quartiere di “Porta Palazzo” che ospita uno dei mercati più grandi d’Europa. Tra ottimi ristoranti marocchini, bancarelle che vendono qualsiasi cosa e almeno otto lingue parlate ovunque vai… sembra davvero di essere dappertutto tranne che in una città del nord Italia. Sorprendente.
🎒 Arancin* o Onigiri?
Inaspettatamente abbiamo trovato in tutta la città tantissimi ristoranti Siciliani e Giapponesi. Beh, sicuro non ci siamo lamentati (però dai, una volta abbiamo ordinato anche un vitello tonnato per decenza turistica).
Cose interessanti, riflessioni e domande
💡 Viaggiare nei ricordi
Immagina che ogni conversazione venga registrata e che sia possibile rivedere qualsiasi giorno della tua vita come in un film. Sembra fantascienza, ma ormai nel bene e nel male ci siamo sempre più vicini. Esempio di progetto reale sul tema.
💡 Work hard play hard
Perché si dice sempre “lavorare duro” o “lavorare sodo” e quasi mai “lavorare sereni” o “lavorare contenti”? Non sarebbe un miglior augurio quello di “stare bene al lavoro”?
💡 Questione di lingua
Come si può imparare efficacemente un nuova lingua? (spoiler: solitamente quello che facciamo a scuola non è la soluzione migliore). Nel video un bel po’ di consigli interessanti sul tema.
Una fotografia
Folla.
Shanghai, Cina. 2009.
Sostieni la newsletter
Se ti è piaciuta questa newsletter e vuoi supportare il lavoro necessario per realizzarla puoi:
☕ Offrirmi un caffè (senza zucchero nel caso, grazie).
👋 Scrivermi e mandarmi un saluto (sempre apprezzato).
📧 Condividere questa newsletter con qualcuno a cui pensi possa piacere.
Se ti sei perso qualche newsletter passata, puoi vederle tutte cliccando qui.
Se hai suggerimenti, domande o semplicemente per un saluto, rispondi a questa email. Sono contento di sentirti!